Era il 12 Maggio 2005, si era concluso il Trofeo delle Regioni “monco” per il forfait del Veneto rimasto a casa per un caso di meningite che aveva colpito un atleta delle rappresentative, iniziava così per gioco la storia di Portierinelcuore. Una storia dettata dal mio amore per un ruolo, quello del portiere, che da sempre mi affascina nell’hockey su pista. Il portiere di hockey: il 70% di una squadra; e quando mi chiedono perché amo così tanto quel ruolo mi piace rispondere così: “Perchè amo quell’istante quando il portiere riesce a prendere quella pallina impossibile, dove tutti guardano impauriti, spaventati, e lui riesce a togliere quel pallina dall'angolino. E se gli guardi gli occhi sotto il plexiglass o sotto la griglia, lo vedi che si sente Dio almeno in quell'attimo. Amo i portieri perchè mi piace sentire il suono del guantone che picchia forte sulla pallina, a volte ostile a volte amica. Lo amo perchè è il ruolo più difficile, quello che non ti permette errori. Amo i portieri perchè mi danno quell'emozione, quell'adrenalina e quel brivido che solo noi che li amiamo così tanto possiamo capire”.
E da li iniziavo a parlare di loro; l'ho fatto senza mezze parole, dando giudizi a volte forse irriverenti che facevano sì che mi si scagliasse contro qualche perbenista e molti genitori; ma io continuavo e il gioco diventava una scommessa. Volevo scommettere con me stesso che quello che io prevedevo per alcuni di loro si sarebbe avverato. Eravamo di fronte a una generazione di fenomeni in fatto di portieri, ne ero certo. Qualcuno in privato mi “cazziò” brutalmente dicendo che io parlavo bene sempre dei soliti, che a loro perdonavo anche gli errori mentre ad altri non perdonavo nulla; io voglio rispondere che al sottoscritto non piace vendere bigiotteria per oro; se vendo oro quello deve essere da cento carati.
Ho chiesto a hockeypista.it che in questi anni mi ha sempre dato ampio spazio sul suo forum senza mai ricorrere alla censura come alcuni “buonisti” gli chiedevano a gran voce, di poter pubblicare un editoriale. E l'ho chiesto proprio in onore di questi ragazzi e di questo mio sogno che si avvera. Sì, parlavo proprio di loro nel 2005 e ancor più nel 2006, e poi andando avanti; li ho seguiti con molta attenzione, alcuni sono stati i miei “cocchi”: Riccardo Gnata in primis, poi Mauro Dal Monte e Simone Corona. Forse ho riservato qualche critica di troppo a Giovanni Menichetti non vedendo in lui una classe innata, ma poi mi sono ricreduto in questi ultimi anni dove Giovanni, con caparbietà e prestazioni eccellenti, ha ottenuto la maglia da titolare del suo Follonica, la convocazione nella nazionale under 23 e, come ciliegina sulla torta, la convocazione in Nazionale Senior a seguito del forfait di Losi.
Tornando a questa stagione che sta per iniziare, RICCARDO GNATA classe 92 a cui non serve nessuna presentazione, giocherà per vincere il “triplete” assieme al suo Valdagno. La sua classe ha fatto sì che la società potesse mandare Juan Oviedo a chiudere la carriera a Novara. Riccardo Gnata è il miglior portiere al mondo della sua generazione, è il nuovo Cunegatti e proprio domenica sera ha mostrato tutta la sua classe davanti al "Cune", giocando una gara perfetta e lasciando il suo tabellino a zero gol subiti nella vittoria del suo Valdagno contro il Bassano che ha spalancato alla squadra di Vanzo le porte della finalissima di Coppa Italia.
Mister Mariotti ha detto di lui “portiere di talento e prospettiva come ce ne sono pochi al mondo della sua età”. Non ha certo scoperto l’acqua calda mister hockey, però è certo che il nostro mister azzurro, sempre molto critico con le nuove generazioni di esterni, non potrà esserlo altrettanto con i portieri. Gnata è un fenomeno ed è fuori discussione; potrei raccontare molti aneddoti su di lui: ricordo un Trofeo delle Regioni in cui mister Valverde, allora selezionatore del Veneto 92-93 under 15, scelse Pozzato – Refosco lasciando in quel di Breganze il buon Ricky definito “paffutello” e con poco carattere; le critiche agli Europei under 20 di Viareggio dopo la disastrosa partita contro la Francia in cui un “genio” disse: “mi tengo cento volte Ortogni che questo Gnata” per poi ricredersi nella semifinale contro la Spagna e nella finalissima contro il Portogallo. La maglia azzurra Riccardo Gnata ce l’ha ormai cucita sulla pelle: una nazionale under 15, due under 17, tre under 20 e due under 23.
Dopo aver parlato di colui che giocherà questa stagioni nelle parti nobili della classifica, parliamo degli altri tre esordienti con la maglia da titolare che invece dovranno lottare nell’inferno della zona salvezza. Parto da MAURO DAL MONTE classe 91, bassanese in forza al Trissino; la scorsa stagione è arrivato a Trissino come vice Vallortigara, ha rubato letteralmente il posto al più esperto collega ed è stato protagonista della salvezza dei vicentini. Mauro, dopo l’anno come vice Cunegatti che gli è servito non poco per la sua completa maturazione, è arrivato nella Valle dell’Agno e, allenamento dopo allenamento, si è conquistato prima la fiducia della squadra e poi quella di mister Chiarello, giocando un finale di stagione ottimo e trovando la conferma del Trissino che lo ha promosso titolare a tutti gli effetti in questa stagione. Mauro è un portiere che conosco alla perfezione, un “mostro” sino alla categoria Under 15 dove era una spanna al di sopra di tutti i suoi coetanei; poi durante la sua maturazione alcuni alti e bassi che comunque non lo hanno mai fatto uscire dai top dei portieri emergenti. Per lui tre nazionali giovanili: una nazionale under 15, una Under 17 da titolare a Nantes e una Under 20 alle spalle di Gnata a Viareggio.
Con GIOVANNI MENICHETTI classe 90, maremmano di Follonica, dovrei prima di tutto rimettergli le mie scuse; badate bene non ho mai bocciato il ragazzo follonichese, però non pensavo che potesse esplodere così prepotentemente in serie A1. Personalmente credo che l’esperienza fatta in serie A2, ma soprattutto i consigli di un mostro sacro come “muro” Silva nei suoi anni di permanenza in Maremma, abbiano cambiato moltissimo Giovanni. Il follonichese è un ragazzo che io considero molto maturo per la sua età e ha dalla sua la caparbietà del voler arrivare e di non sentirsi secondo a nessuno; ha sofferto molto questi due anni alle spalle di “Doria” Tosi; invece io penso che sono serviti moltissimo alla sua consacrazione e la sua conquista, nel finale della scorsa stagione, della maglia da titolare è stato il giusto epilogo a tutto il suo percorso formativo. Ora quella maglia da titolare che lui da sempre desiderava è arrivata e la società ha mostrato piena fiducia in lui mettendogli al fianco un ragazzino del 1995, seppur anch’esso un talento emergente. Giovanni ha coronato la scorsa stagione con la convocazione in azzurro nella Coppa Latina under 23 alle spalle di Riccardo Gnata, e con la convocazione in azzurro senior come terzo portiere dopo che in gioventù, nell’under 17, aveva disputato un europeo in Portogallo alle spalle di Cavedon.
Per ultimo SIMONE CORONA classe 92 del Sarzana. Ritorna a casa per vestire la maglia da titolare l’enfant-prodige ligure dopo una stagione giocata a Viareggio in serie A2 dove è stato protagonista della grande stagione dell'SPV, partita con l’intenzione di centrare la salvezza e arrivata a un passo dalla promozione in serie A1. Simone Corona è un altro dei miei preferiti; quando ne parlai in Veneto, dopo averlo visto proprio in quel torneo delle Regioni 2005 che vinse con la Liguria in finale con l’Emilia, mi dissero “sarà bravino" e poi ridendo "un portiere forte di Sarzana quando mai”. Questa persona, che ora è un mio stretto collaboratore, quando voglio prenderla in giro ricordo più volte quell'episodio.
Simone Corona in questa stagione avrà solo un problema: il pubblico di Sarzana che io personalmente non considero maturo e hockeysticamente all’altezza. E' difficile essere profeti in patria, lo è stato anche per Giovanni Menichetti a Follonica; in più per il sarzanese il secondo problema è quello di essere figlio del presidente della società. Sicuramente dalla sua parte Simone Corona avrà Alessandro Cupisti, il neo tecnico Sarzanese che ha dalla sua capacità ed esperienza per consigliare al meglio il giovane sarzanese, per il quale stravede. Alcuni amici di Giovinazzo che lo hanno visto all’opera in Coppa Italia me ne hanno parlato molto bene. Andando al suo passato azzurro Corona ha alle spalle due nazionali under 15 e una nazionale under 17 alle spalle di Gnata a Bassano.
Ho voluto rubare questo momento perché vedere quattro dei “miei” ragazzi vestire la maglia da titolare in serie A1, mi ha fatto venire voglia di raccontare qualcosa di loro e qualcosa della storia di portierinelcuore dal 2005 a oggi. E allora voglio chiudere dicendo a questi ragazzi che Fare il Portiere (con la P maiuscola) non è solo fare la parata bella e dire ''uh come sono bravo''; non è solo parare un tiro di prima e sentirsi dire ''bravo'' dal mister... fare il Portiere significa saper tener la concentrazione anche nei momenti più duri, esser freddi quando tutti sono incazzati, saper accettare le critiche di TUTTI, perchè voi siete da SOLI, in una porta che proteggete a costo della vita! Per fare il Portiere bisogna anche saper tornare migliori di prima anche dopo un goal di merda , e non dire ''mi sono rotto il “c….o'' perchè se sei un Portiere lo resterai per sempre, non c'è niente da fare. Chiamala punizione se vuoi, ma io la chiamo in un altro modo, la chiamo VITA.
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