Portogallo per il "penta", agli azzurri serve la partita perfetta

Stasera l'Italia U20 di Mariotti proverà a far scendere il Portogallo dal tetto d'Europa dove i lusitani sono da 4 edizioni. Il portiere Rodrigues e l'attaccante Nunes sono i punti di forza della squadra di Duarte.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 29/10/2016 - 08:34 - Ultima modifica 29/10/2016 - 21:58

Tiago Rodrigues, portiere del Portogallo.

Foto Marzia Cattini

Una finale europea U20 non è cosa di tutti i giorni. L'Italia, negli anni recenti, non c'è arrivata spesso. L'ultimo precedente risale all'edizione del 2010; si giocava a Viareggio e finì 2-1 per il Portogallo, al suo secondo successo di fila. Quella serie vincente dei lusitani dura ancora: avevano vinto nel 2008 ad Hamm, in Germania, vinceranno di nuovo nel 2012 a Saint-Omer (Francia) e nel 2014 in casa a Valongo, due edizioni che hanno visto l'Italia restare fuori dal podio a tutto vantaggio della Francia.
Ancora più lontano l'ultimo degli otto successi azzurri, tutti concentrati tra il 1977 all'Aia, in Olanda, e il 1991 a Blanes, in Spagna. Basta leggere la formazione di quell'ultima nazionale italiana campione d'Europa U20 per capire quanto lunga e profonda sia stata la crisi dell'hockey su pista italiano: agli ordini di mister Gianni Massari c'erano i portieri Luca Maria Ventra e Antonio Fiorentino e gli esterni Alberto Aloisi, Alberto Orlandi, Francesco Dolce, Alberto e Alessandro Michielon, Mirko Bertolucci, Piereluigi Bresciani e Fedele Fiorentino. Dopo di loro, nessun altro oro U20.
E' anche per questo che la finale Italia-Portogallo di questa sera a Pully merita tutta l'attenzione del caso: perchè potrebbe definitivamente voltare una pagina del libro della storia dell'hockey su pista italiano.
Non sarà facile. Anzi, ad essere freddi e razionali, ci vuole una vera e propria impresa. Il Portogallo è una macchina da hockey quasi perfetta, incernierata su due cardini: il portiere Tiago Rodrigues e l'attaccante Gonçalo Nunes. Su questi due perni, Luis Duarte ha costruito una squadra solida ed esperta (quasi tutti 1997 i lusitani, quasi tutti 1998 gli azzurri), pescando dal vasto bacino giovanile portoghese. Non è un caso che il Portogallo domini la categoria, anche a livello mondiale, da molto tempo. Rodrigues è il portiere meno battuto del campionato: appena 6 reti subite in 5 partite giocate; tre gol li ha presi dagli azzurri nella partita del girone di qualificazione. Nunes è terzo in classifica marcatori, dietro a Roberto Di Benedetto e a Francesco Compagno; ieri sera, nella semifinale con la Spagna, è stato devastante: tre delle quattro reti portano la sua firma. Se non segna lui, però, nel Portogallo vanno in gol un po' tutti perchè i lusitani hanno diverse frecce al proprio arco; non a caso il Portogallo ha il miglior attacco del torneo: 29 gol fatti contro i 24 dell'Italia
Il Portogallo insegue il "penta", il quinto successo di fila, per eguagliare la Spagna che ne vinse cinque tra il 1995 e il 1999, quando non c'era il mondiale U20 e l'europeo si giocava tutti gli anni. L'Italia insegue la storia che continua regolarmente a fuggire da 25 anni, un quarto di secolo; all'ultimo trionfo italiano, i protagonisti di oggi non erano ancora nati.
L'Italia può farcela se gioca la partita perfetta. I talenti per riuscirci ci sono; il carattere per portare a termine l'impresa non manca. La crescita di questa nazionale in questa settimana a Pully è stata enorme, soprattutto da un punto di vista caratteriale. Alle difficoltà delle prime partite e dopo il KO contro il Portogallo al termine di una partita nervosa e gettata alle ortiche, il rischio di squagliare era altissimo. Mariotti e Colamaria sono stati bravissimi ad aprire occhi e cervello di questi ragazzi e a farli ripartire. Ieri, contro la Francia, solo una squadra con nervi d'acciaio avrebbe potuto risalire la china e portare a casa una semifinale che sembrava compromessa a metà del primo tempo.
Quell'Italia lì può fare l'impresa. Stasera alle 20.30 non c'è nient'altro da guardare se non Italia-Portogallo: la storia dell'hockey reinterpretata da 20 ragazzi di 20 anni.

Collaborazione di Giorgio Tomaino

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