Uno sciame sismico ai vertici della società biancoceleste. La prima scossa è arrivata con il ribaltamento di ruoli da direttore generale a coordinatore del settore giovanile che ha visto al centro Jorge Valverde. La seconda e terza scossa sono cosa di venerdì sera quanto il vice presidente Sergio Sperman e il segretario Franco Perin hanno deciso di non esser più parte attiva della società.
“Ero rimasto solo alla guida dell’azienda –sottlinea Sperman-. Era quindi sopravvenuta una incompatibilità con il ruolo che ricoprivo nell’hockey, non c’era il tempo necessario per reggere entrambe le cariche”. Difficoltà che erano comunque emerse già un anno e mezzo fa, tanto da far ricoprire il delicato ruolo a Catia Ferretti (“aveva accentrato su di se diversi ruoli, ora sono tutti da ridefinire assegnandoli a persone diverse”) poi esonerata.
Sperman spiega che a suo tempo, per sistemare problemi di bilancio aveva proposto anche una “squadra operaia”, cosa non realizzata forse per “paura di affondare nelle stalle subito dopo aver toccato le stelle”. L’ex vicepresidente precisa subito che non si può parlare di dimissioni. “Sono state soltanto vendute le mie quote e quelle di Franco Perin –dice- al presidente Nico Cracco che così diventa il proprietario unico della squadra, che è sempre una srl. Più avanti e precisamente durante la prossima assemblea si parlerà di dimissioni. Resterò comunque vicino alla società, ma compatibilmente con gli impegni di lavoro nella mia azienda”.
La parola passa quindi d’obbligo al massimo esponente della società biancoceleste.
Presidente Cracco come giudica la posizione del suo ex vice Sperman?
“Era troppo impegnato con il lavoro in azienda, tempo per l’hockey ne aveva troppo poco. Ci sono altre persone (ndr, ma Cracco non dice chi) che coprono il ruolo. Sperman non ha voluto assolutamente crearci problemi, è stata una decisione condivisa e anche corretta”.
Ma per quanto riguarda il segretario Perin?
“Era l’ombra di Sperman. Nel senso che aveva ricoperto il suolo circa due anni fa su suo invito”.
La Recalac era considerata main sponsor, ma in Lega è depositata la denominazione Admiral Valdagno 1938. Un fregio che compare che nelle maglie mentre sono stati tolti tutti i tabelloni all’interno del PalaLido. Cosa significa?
“Il PalaLido non è dell’Hockey Valdagno (ndr, che però lo ha in gestione), ma del Comune. Sono tutto problemi burocratici. L’Admiral ci da una mano importante, possiamo mettere il nome sulle maglie”.
Si sente tanto parlare di una presenza della Amer nella sua società. A che titolo?
“Non è una posizione ufficiale. Ci sta aiutando a trovare chi ci può dare una mano. L’appoggio della Amer è da intendere come contributo organizzativo”.
"I veri tifosi sono rimasti indignati per quello che considerano un autentico schiaffo alla memoria storica dell’hockey valdagnese. In sostanza è stato fatto sparire all’ingresso del PalaLido quello striscione che riproduceva la squadra nata nel 1939. Perché?
“Non lo so. Ma non credo per fastidio o dispetto”.