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Verso il campionato di A1: l'opinione di Enrico Acerbi


Scritto da Enrico Acerbi - Pubblicato il 10/10/2013 - 08:29 - Ultima modifica 13/10/2013 - 10:55

In tempi di crisi anche diversi sport blasonati patiscono; discipline dove, nonostante la crisi, soldi e sponsor di certo non mancano. Figuriamoci gli sport minori.
Questi dovrebbero essere oltremodo tutelati proprio perché il supporto economico manca e perché sono profondamente importanti per il tessuto sociale. Si dovrebbe parlare di discipline dove mancano i riflettori, ma dove quella genuinità e quel sapore di far sport è vivo, intenso, piacevole. Tuttavia anche questi mondi periferici sono stati tentati dalla competizione per la gloria a tutti i costi, arrivando ad inquinare la vera loro mission con operazioni di mercato discutibili e talora fraudolente. Ripartire da queste premesse risulta complicato, se non fosse per le aspettative di piccole città, che vivono queste realtà sportive in modo intenso, e se non fosse per i ragazzi che si divertono ancora a scendere in pista.
Il recente quinto posto della nostra nazionale in Angola ha, per certi versi, ribadito le difficoltà del paese hockey pista: difficile il rimpiazzo di gloriosi campioni in nazionale e giovani promesse che non trovano posto da titolare nelle proprie squadre. Tutte le società della serie A1 sono state costrette a ridimensionare le proprie spese, anche quelle che apparentemente sembrano “farcite” di campioni. Ciò darà origine ad un campionato meno stellare, ma forse più equilibrato e ricco di altri valori umani, non solo di temi competitivi.
I valori tecnici sembrano già orientati per una spaccatura della classifica in due-tre tronconi: le sicure candidate ai playoff e le outsider, alcune delle quali in evidente difficoltà e rappresentano vere incognite. Naturalmente qui si possono scrivere soltanto impressioni, non conoscendo a fondo tutte le realtà locali, ragionando spesso su quel che si sente dire.

Le squadre outsider e le incognite
Alcune di queste squadre sembrano già in difficoltà in partenza. L’hockey è uno sport molto specialistico e difficile. Non sempre la motivazione e l’entusiasmo riescono a supplire le carenze tecniche. Non accade, ad esempio, che squadre vincenti in A2, poi riescano a trasmettere l’abitudine a vincere in una categoria molto più complessa come l’A1 (come avviene nel calcio ad esempio). Tra le tante, la compagine che pare più in difficoltà, è una squadra del sud, proiettata in A1 grazie ad un ripescaggio.

MATERA
Il suo mister Pino Marzella ha probabilmente voluto con forza la possibilità di giocare l’A1, ma la squadra ha qualche problematica anche economica. A seguito del ritardo dei lavori di ristrutturazione alla pavimentazione dell’impianto Palatenda di Matera inoltre, fino a novembre, la squadra dovrà giocare al Palahockey di Molfetta di via Don Sturzo. Dopo i ritorni di Jonathan Cellura e Luca Nicoletti, la Pattinomania ha riportato a casa anche l’attaccante materano Davide Santeramo in forza al Giovinazzo. La società  ha come obiettivo la salvezza; non sarà facile raggiungerla con una squadra tutta italiana. La loro forza, comunque, sarà il gruppo. Ognuno dovrà giocare per la squadra, ma non si sa se basterà.
Più complesso appare il giudizio sulle due neopromosse.

CORREGGIO
Possiede un ottimo portiere,  Marco Pellacani (20 anni), un buon attaccante d’esperienza,  Samuele De Pietri (31 anni) e un nutrito gruppo di ragazzi. L’obiettivo stagionale del Correggio Hockey è ovviamente quello di conservare la categoria, che significa evitare l’ultimo posto, dato che la Lega Hockey ha ridotto a una sola le retrocessioni in serie A2; un obiettivo alla portata del capitano Andrea Bonucchi e compagni.

SPV VIAREGGIO
La seconda squadra viareggina è la compagine del responsabile del Settore Tecnico federale, Claudio Bicicchi. La società sembra aver superato una crisi causata da crediti con le gestioni sportive di Viareggio Patrimonio e conseguente minaccia di chiusura della palestra Petri, usata per l'attività. La squadra poi sembra solida: un ottimo portiere Marco Bandieri (1987), l’esperto ex capitano del CGC Nicola Palagi (1981) ed alcuni ottimi esterni come Emiliano Brunelli, Elia Cinquini (dal CGC), Andrea Deinite, Nicola Polacci e il bomber Samuele Muglia (1992).
Tra le outsider alcune compagini sembrano, in complesso, meno incognite e tecnicamente superiori, se non altro per esperienza dei campionati già praticati in A1 le scorse stagioni.

TRISSINO
É un bel puzzle. La squadra ha acquisito grande sicurezza difensiva; in porta grazie a Edy Nicoletti (ex Novara), fuori con Dario Rigo e Eddy Randon (campioni d’Italia), Marc Pallares (ex Breganze) ma soprattutto in attacco giocherà il “Maestro”, Dario Gimenez (ex Matera) affiancato da Carlo Bertinato, Pasquale e il nazionale azzurro under 20 Clodelli. Se il nuovo allenatore Mirco De Gerone riuscirà a rendere veloce la manovra, Trissino potrà anche ambire a posizioni elevate in classifica. Un’altra incognita è l’età dei suoi senatori e la loro capacità di integrare l’isolamento caratteriale di Dario Gimenez, unico argentino in squadra.

SARZANA
Pur pensando che sarà una stagione difficile, credo che se Cupisti farà confermare la mentalità combattiva e decisa della scorsa stagione, non avrà difficoltà a fare una buon campionato. Mancheranno De Rinaldis, Di Donato e il bomber Gonzalo Gomez ed il compito di fare goal sarà devoluto a Davide Borsi e Leo Squeo. L’incognita sarà proprio la capacità realizzativa dei rossoneri.

PRATO
Ha mantenuto il telaio dell’anno scorso pur perdendo una grande sicurezza in difesa, Alberto Bertoldi, atleta in forte crescita. Ha innestato davanti Chicco Rossi, giovane di sicuro avvenire, ma che dovrà abituarsi alla velocità del gioco pratese, dopo un anno di panchina al Forte. Anche per Prato si preannuncia un campionato tranquillo e buone chances di confermare l’accesso ai play off.

LODI
Tra le outsider, per le note vicende societarie, sono finiti anche i lombardi. Persa la sicurezza di Alberto Losi tra i pali, assieme a tutta la squadra (fatta eccezione per Illuzzi) ha cercato di ringiovanire le fila con i fratelli Dal Monte, Mauro in porta e Filippo davanti, con il promettente novarese Matteo Brusa e con Francesco De Rinaldis, proveniente da Sarzana. All’ultimo si è aggiunto al gruppo Franco Platero, di cui s’ignora il possibile rendimento nel campionato italiano. I giallorossi partono con molte, forse troppe, incognite tra le quali il rendimento dei portieri, il rientro in panchina della bandiera Aldo Belli, ma soprattutto le forti esigenze di un pubblico numeroso e appassionato, abituato ad altre realtà.

FOLLONICA
Metto per ultina una squadra, dai più considerata outsider, ma che sono stato incerto se mettere direttamente nel gruppo delle migliori, soprattutto per l’affiatamento raggiunto dopo due stagioni giocate assieme.
Dovrebbe entrare facilmente nei play-off. Possiede uno dei migliori portieri italiani, Giovanni Menichetti, un efficace assetto difensivo e soprattutto ragazzi che segnano davanti come Davide Banini e Marco Pagnini, operato al ginocchio in estate. Al gruppo si è riaggregato anche Alessandro Franchi, l’anno scorso nel Pordenone. Sono convinto che Follonica saprà scalare posizioni in classifica.

Le squadre di vertice
Si tratta di squadre tecnicamente forti e quindi meglio attrezzate delle precedenti. La loro incognita è tutta imperniata sull'efficacia delle panchine: sarà il lavoro degli allenatori che potrà incidere nella formazione di  gruppi vincenti; la domanda in questo caso è se prevarranno le logiche individuali dei fuoriclasse in pista.

BREGANZE
Gaetano Marozin sarà chiamato a gestire un gruppo di gran classe, ma complesso. Barricata la porta con il grande Juan Oviedo, avrà dietro Sergio Silva (campione d’Italia) e Mattia Ghirardello. Avrà la possibilità di collegare le due fasi, difensiva e offensiva, grazie a Gaston De Oro e Mattia Cocco (anche lui campione d’Italia) e soprattutto si avvarrà dell’esperto Claudio Filho "Cacau" (campione d’Europa col Benfica). Se l’allenatore veneto riuscirà a legare le varie componenti, gestire personalità dal carattere non facile, potrà puntare alto.

AFP GIOVINAZZO
Per me la squadra potenzialmente più esplosiva del gruppo. Ha perso Valentin Grimalt, uno dei migliori portieri al mondiale di Luanda, ma lo ha sostituito con l’ottimo Luis “Lucho” Maldonado. Lo storico telaio biancoverde si è arricchito di attori rapidi come l’argentino Victor Bertran, assieme al fuoriclasse Nicolas Fernandez  affiancato da Valerio Antezza. Anche questo non sembra un gruppo di atleti facile da gestire, viste le personalità di spicco che fanno parte della squadra (tra cui due ex allenatori-giocatori della scorsa stagione). Nino Caricato avrà il suo bel da fare, ma se saprà sfruttare la potenziale velocità del suo quintetto, magari evitando l’eccessiva ingessatura del gioco a zona, potrà innescare micidiali contropiedi. Se Maldonado confermerà le sue doti di agilità, per me Giovinazzo può accedere alla finale scudetto.

BASSANO
Anche i giallorossi rappresentano un insieme che metterà a dura prova l’esperto Giudice. Bassano si avvarrà dell’ultima stagione (forse) di Massimo Cunegatti e sostituirà James Taylor nientemeno che con Federico Ambrosio, già difensore nelle giovanili dell’Atletico San Martin, credo. Non so se il biondo principe sarà entusiasta di affiancare Zen, ma con davanti fenomeni come Alvaro Borja Gimenez e Emanuel Garcia, coppia da 80 gol a stagione, e con il rientro di Miguel Nicolas, Bassano avrà il più temibile attacco della A1.

CGC VIAREGGIO
Assieme ai campioni d’Italia del Valdagno, esce un po’ frastornato da un complesso pre campionato societario. Diciamo che sono rimasti in pochi, ma molto buoni. Soprattutto è rimasto Massimo Mariotti che non ha rivali come motivatore. In un gruppo di forti personalità non dovrebbe essere difficile integrare l’ottimo Fernando Montigel, nonostante dicano abbia un carattere particolare; qui troverà probabilmente maggior serenità, visti i compagni di squadra di grande esperienza. Buona pare anche la scelta di ritorno di Martin Montivero, cui l’aver abbandonato la noia delle Azzorre non farà altro che bene.

FORTE DEI MARMI
E' il team accreditato da tutti come la “squadra da battere”, se non altro per la presenza della stecca d’oro, campione del mondo e campione d’Italia Pedro Gil. In gruppo avrà altri due fuoriclasse assoluti Alberto Orlandi, dal rendimento sempre incredibile, e Eric Torner, anche lui campione del mondo; di contorno ci sarà ancora il giovane italiano forse più promettente in assoluto: Alessandro Verona. Le incognite della supersquadra rossoblu sono collegate alla capacità di gestire un gruppo di così elevata personalità, inculcando quella mentalità vincente, che in passato a volte è parsa mancare. Dipenderà molto anche dal rendimento di Gil, che quest'anno ha vinto quasi tutto il possibile. La sua esplosività muscolare ne sconsiglia un utilizzo continuato per tutti i 50 minuti della gara, una delle inveterate abitudini della panchina versiliese; non sarà poi la stessa cosa avere al fianco compagni diversi da Nicolia. Vedremo che accadrà, ma non si può dubitare di un Forte diritto in finale.

VALDAGNO 1938
Noblesse oblige impone che i campioni d’Italia in carica siano l’ultima squadra da valutare. La parte tecnica-atleti ha saputo creare un gruppo equilibrato di buone prospettive. La porta è sicura con Ricky Gnata, dietro Diego Nicoletti, Matias Platero e super Mario Rodriguez, di cui sentiremo parlare molto, danno parecchio affidamento. Davanti a fianco della bandiera valdagnese Carlos Nicolia, maturato al punto di diventare vero leader, si alterneranno Massimo Tataranni, già affiatato con Carlos, e Sergio Festa. Sarà proprio il rendimento dei due materani e le indubbie capacità di Franco Vanzo nel gestire i gruppi complessi a dire dove arriverà la squadra. Non dimentichiamo che, alle spalle avrà l’incognita di una nuova società, nuova dirigenza entusiasta ma non ancora esperta. Per quest’anno Valdagno non avrà obiettivi prefissati, ma nemmeno obiettivi preclusi. Vanzo avrà carta bianca, pur con la sua panchina corta.

Panchine corte? Nella prossima stagione 2013/14 nessuno avrà panchine lunghe e milionarie.
Buon hockey a tutti!

 

Parole chiave: Serie A1,
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