Il debutto di Margherita Santini, sedici anni compiuti lo scorso gennaio, nel campionato di hockey di serie A2, ha suscitato un enorme entusiasmo fra gli appassionati. Margherita da qualche anno gioca infatti nel Ciabatti Legnami Castiglione, una vera mosca bianca, anzi rosa, in un sport considerato duro e maschilista, dopo aver iniziato a muovere i primi passi a Follonica. Già un paio danni fa era finita nelle cronache sportive per aver collezionato una presenza, seppur in panchina, addirittura nella squadra di A1, con lallora tecnico Federico Paghi. Martedì scorso invece, per lappunto anche per la giornata della festa della donna (ma è stata solo una fortunata coincidenza), coach Filippo Guerrieri ha deciso di far esordire Margherita, scesa in pista nel match purtroppo perso dai maremmani a Salerno per 3-2. Un debutto lampo, negli ultimi minuti della partita, ma che ha regalato alla giovanissima Santini addirittura un articolo sulla Gazzetta dello Sport, la chiamata in diretta alla radio nazionale Kiss Kiss, e una giornata a rispondere al telefono con gli amici e conoscenti che volevano sapere tutto. Per non parlare del segretario generale di Lega Hockey Cesare Ariatti, che ha mandato addirittura un comunicato a tutte le società per evidenziare lavvenimento.
Margherita Santini è stata sorpresa da tutta questa attenzione, non se laspettava. Per lei in fondo è normale giocare a hockey. Giovedì ha partecipato anche alla trasmissione Mondo Hockey di TeleTirreno e i pensieri di Margherita non hanno lasciato dubbi sui suoi progetti sportivi: «Aver giocato con la prima squadra è stata una risposta a chi mi aveva detto tempo fa che non sarei mai stata capace di giocare con i maschi. E stata una bella emozione, purtroppo abbiamo perso, ma io sono stata contenta lo stesso. Lobbiettivo ora è di farmi trovare pronta se lallenatore avrà bisogno, e riuscire a giocare un giorno in A1».
Quando Margherita mise i pattini, in molti pensarono che si sarebbe dedicata allartistico. Invece lei si accorse subito che la vera passione era giocare a hockey: «Si è vero, e non ho mai pensato alla differenza con i maschi. Anzi li voglio battere e qualche volta ci riesco. Per ora partecipo al campionato under 20 e quello under 23 e mi sto divertendo molto. Ancora ho tanto da imparare, soprattutto in zona gol, me la cavo meglio nella fase difensiva. Ma migliorerò di sicuro».
Margherita come tutti i ragazzi ha degli idoli sportivi: «Nellhockey sicuramente i fratelli Bertolucci, sono bravissimi. A Castiglione invece chi mi pungola continuamente è Marcello Martelli, so che lo fa perché mi vuole bene e perché vuole che io migliori».
Qualche anno fa in Italia esistevano delle vere squadre di hockey al femminile. A Viareggio in particolare, ma anche a Eboli e nel Veneto. Con un campionato che era rappresentato da un concentramento. Almeno era un inizio che faceva intravedere un pezzetto di futuro.
Ora invece il movimento in rosa è decisamente fermo, con alcune ragazze che non hanno voluto smettere, e che rimangono comunque ai margini dei vari campionati maschili.
A fare il punto della situazione è Claudio Bicicchi, vice presidente federale e responsabile delle squadre nazionali, che proprio a Viareggio con la società Spv cerca di non far morire linteresse che lhockey nutre anche per le ragazze:
«Purtroppo è vero, ultimamente non cè più nessuno che cerca di investire anche in questo settore. A Viareggio con lSpv abbiamo qualche ragazza che continua a giocare, e fino ad un paio danni fa avevamo una vera e propria squadra che si confrontava anche a livello europeo nella coppa dei Campioni. Una competizione importante, con squadre che arrivavano da tutta Europa, Spagna, Germania, Francia, dove invece il movimento al femminile ancora ha dei numeri importanti».
Bicicchi, sottolinea: «Purtroppo sempre a Viareggio, per fare un esempio, da quando non abbiamo più un portiere, con il titolare che si è infortunato, e le ragazze sono state costrette a giocare con i ragazzi nel campionato di serie B, e nelle giovanili», Il vice presidente purtroppo vede nero per il futuro hockeystico al femminile: «Servirebbe stimolare questo movimento a tutti i livelli e in tutte le società italiane, invece sono rimaste solo alcune nicchie. Come Margherita Santini a Castiglione, che ci ha fatto ritornare sulle prime pagine di un quotidiano nazionale. So che anche in Veneto alcune ragazze insistono a giocare, ma senza un vero e proprio campionato alla fine tutto morirà. La speranza e che anche gli allenatori e soprattutto i dirigenti, capiscano limportanza di provare a far giocare anche le ragazze, visto che lhockey ha deciso sei anni fa di aprire la sua disciplina a tutti, senza fare differenze».