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Un fischio Dolce… ed il Cgc Viareggio espugna il Palaporada


La capolista, senza meritarlo, ha conquistato bottino pieno in Brianza, al termine di un match ricco di contestazioni. Decisivo il pessimo arbitraggio di Andrisani, più volte condizionato dagli ospiti. Ai padroni di casa non è bastata la doppietta del redivivo Oviedo.

Scritto da Hockey Seregno - Pubblicato il 30/11/2008
INGRAPH SEREGNO – CGC VIAREGGIO 2 – 3
Marcatori: 2’48’’ p.t. Oviedo (I), 14’29’’ Squeo (C); 1’43’’ s.t. Orlandi (C), 13’00’’ Oviedo (I), 14’19’’ Orlandi (C).
Ingraph Seregno: Fontana (Belgiovine), Santeramo, Achilli, Enriquez, Marchini, Uñac, Lobasso, Flores, Oviedo. All.: Lobasso.
Cgc Viareggio: Barozzi (Carmazzi), Montivero, Palagi, Lenci, Orlandi, Squeo, Travasino, Dolce, Deinite. All.: Cupisti.
Arbitro: Andrisani di Matera.
Note: espulsi temporaneamente per 5’ Travasino (C) e Squeo (C).

Il confronto diretto con la capolista Cgc Viareggio ha confermato il momento negativo della Ingraph Seregno, cui non è bastato giocare alla pari con i primi della classe per evitare la terza sconfitta consecutiva. Diversamente dalle due battute d’arresto precedenti, quelle contro Camonda Breganze ed Afp Giovinazzo, quando i biancoverdi si erano espressi largamente al di sotto di uno standard accettabile, incoraggiante è che stavolta Marchini e compagni abbiano gettato in pista tutto quanto è nelle loro possibilità, facendo a lungo credere al pubblico di casa che l’exploit fosse possibile. Decisivo, e spiace sottolinearlo, è stato l’arbitraggio di Andrisani di Matera, che si è impegnato oltre il tollerabile per rinverdire il brutto ricordo che gli appassionati brianzoli avevano di lui (una decina di anni fa, dopo un match tra Cattolica Assicurazioni Seregno e Prato, vinto 6 – 5 dai toscani, fu necessario l’intervento dei carabinieri per consentirgli di uscire indenne dal Palastadio…), fischiando a capocchia per tutti i 50’ e, soprattutto, concedendo ai versiliesi il rigore inesistente che Orlandi ha trasformato nell’allungo risolutivo, per giunta solo a seguito della plateale richiesta urlata di Dolce, che evidentemente dopo la carriera di giocatore intende intraprendere anche quella arbitrale…
La cronaca. Al via si registrano alcune sorprese nella formazione locale. Lobasso torna infatti ad iscriversi a referto anche come giocatore, mandando in tribuna Marzella, e sistema davanti a Fontana una linea difensiva composta da Marchini ed Uñac, mentre davanti agiscono Santeramo ed Oviedo. Sull’altro fronte, Cupisti lancia Barozzi tra i pali e sceglie Travasino, Orlandi, Montivero e Dolce per creare gioco. L’abbrivio è subito al cardiopalma. Dopo 2’, Travasino trova sulla sua strada dalla distanza Fontana e, sul contropiede successivo, Oviedo brucia la difesa rivale e supera Barozzi con un pallonetto. La reazione bianconera è immediata. Al 5’ Orlandi centra il palo da fuori, mentre 1’ più tardi Fontana dice no a Montivero, imbeccato al termine di una veloce manovra da Orlandi. Al 10’ Travasino ci prova dalla sua metà pista, ma Fontana è vigile e respinge con i gambali. All’11’ ancora il portiere di casa sale in cattedra, sventando una doppia conclusione ravvicinata dello scatenato Orlandi. La Ingraph Seregno si rifà viva al 12’, quando Santeramo in contropiede chiama Barozzi agli straordinari. Una prima svolta nell’economia del match la si registra al 14’. Travasino aggancia da tergo Oviedo e si guadagna un cartellino blu. La conseguente punizione di prima di Oviedo è però preda di Barozzi. Trascorrono pochi secondi e Squeo impatta, fulminando Fontana con un bolide imprendibile all’incrocio dei pali. La marcatura incassata scuote i lombardi, che al quarto costruiscono in un amen due opportunità. Comincia Santeramo, che approfitta di un rimpallo e va al tiro, ma Barozzi è reattivo. Un attimo dopo il materano serve Oviedo, il cui lob è neutralizzato ancora dall’estremo difensore della nazionale. Al 17’ Andrisani inizia il suo show. Marchini scivola mentre cerca di far ripartire l’azione e tocca la pallina da terra, con avversari e compagni a distanza siderale. Il fischietto lucano si limita in un primo momento a concedere una punizione di seconda ed il time out chiesto dalla panchina viareggina, poi cambia idea, ammonisce il capitano seregnese ed assegna un tiro ad uno, sulla scorta delle rimostranze indirizzategli in primis da Cupisti. Dopo il break per permettere ai due tecnici di fare il punto della situazione, Montivero si vede la strada sbarrata da Fontana. Passa nemmeno mezzo minuto ed Uñac prova il gioco di prestigio dietro la gabbia di Barozzi, alzando e schiacciando la sfera, che carambola tra il palo e la schiena del numero 10 toscano, danza nei pressi della linea fatidica ed esce dall’altra parte. La Ingraph invoca il gol, ma Andrisani non ci sente: vista dalla tribuna, è difficile azzardare un giudizio. Al 19’ Uñac pesca Oviedo, che in girata timbra il montante. Al 21’ Fontana addomestica un nuovo bolide da fuori di Squeo.
Nella ripresa l’assoluto protagonista è, purtroppo l’arbitro. Dopo nemmeno 2’ il malcapitato Andrisani (ma più attenzione nelle designazioni non sarebbe consigliabile?) interrompe con i piedi un tentativo d’attacco di Oviedo, originando un contropiede che Orlandi trasforma in oro, portando avanti i suoi. Qualcosa di simile era capitato l’anno scorso a Correggio, nell’ultima partita prima di Natale che la Ingraph aveva giocato contro l’Azeta Artprint, quando Corponi di Trissino aveva spianato la strada del 3 – 3 ad Achilli, prima che Oviedo firmasse il successo ospite. Certo è che, al cospetto della capolista e considerati i differenti potenziali tecnici in pista, per la squadra di Lobasso il contraccolpo è pesantissimo. Per risollevarsi, così, i locali impiegano una decina di minuti, che scivolano via con il Cgc che addormenta il ritmo, senza mai rendersi pericoloso, ed i due portieri che scadono a spettatori. La carica la suona Marchini, che al 12’30’’ desta Barozzi con un tiraccio dalla linea mediana. Tempo 30’’ ed Uñac imbuca per Oviedo, che parte in progressione ed in diagonale ristabilisce l’equilibrio. Il settore biancoverde del Palaporada prende una boccata di ossigeno e comincia a sognare, ma Andrisani è nascosto con la sua ennesima trappola dietro l’angolo… Al 14’ Marchini intercetta con i pattini a centro area una girata ravvicinata di Dolce, senza compiere movimenti che facciano pensare ad una volontarietà del suo intervento. Di questo avviso è probabilmente anche il direttore di gara, che infatti si guarda bene dal fischiare alcunché fino a quando la plateale protesta di Dolce, per giunta già ammonito per questo motivo in precedenza e neppure capitano, lo induce dopo qualche secondo ad indicare il dischetto. La trasformazione di Orlandi è perfetta e non lascia scampo a Fontana. La rabbia della tifoseria di casa esplode al 18’, quando Travasino, nell’area opposta, svirgola la respinta volante ed impenna la pallina oltre i limiti del consentito. Gli estremi della massima punizione ci sarebbero tutti, ma Andrisani è ormai su un altro pianeta e salva gli ospiti, rifilando ad Uñac, autore del tiro che aveva messo in ambasce il difensore della nazionale, la responsabilità di aver alzato la sfera. Semplicemente ridicolo! Al 19’ proprio Uñac atterra Orlandi ed origina un altro rigore per gli ospiti: stavolta, però, l’ex di Hockey Novara, Porto e Bassano non inquadra la porta. Al 20’ traversa di Oviedo. Nel finale, forse memore di quanto era accaduto dopo la partita contro il Prato di una decina di anni fa, Andrisani cambia metro e concede alla Ingraph prima un tiro diretto per un fallo di Squeo su Uñac (giusto, come giusta è l’espulsione temporanea del barese) e poi una massima punizione per un atterramento di Lobasso da parte di Barozzi (e qui prende l’ennesima topica, poiché è Lobasso a rincorrere il contatto con il portiere sdraiato): sbagliano rispettivamente Santeramo ed Uñac e, quando Travasino respinge con il piede un successivo tap in da distanza ravvicinata di Lobasso, nessuno ha più la forza per lamentarsi…

Dagli spogliatoi: arbitraggio al centro delle discussioni
Nervosismo palpabile negli spogliatoi al termine del confronto tra Ingraph Seregno e Cgc Viareggio. In casa biancoverde, la sensazione della beffa è palese ed a nulla valgono i tentativi di Sandro Trabattoni di stemperare gli animi. «L’arbitro fa parte del gioco – spiega il dirigente di casa – e bisogna accettare le sue decisioni». In chiaro disaccordo il patron Claudio Rossi, titolare della Ingraph, che commenta: «Non è possibile assistere a spettacoli del genere. Valuteremo se farci sentire per questo nelle sedi opportune». Tra i giocatori, pure protagonisti di una prestazione lodevole, pochi si mostrano disposti a parlare. Il solo a fermarsi è Michele Achilli, che propone un’opinione sintetica, in barba alla tradizionale loquacità: «Perdere così fa male e fa ancora più male se si guardano i risultati delle nostre avversarie nella corsa alla salvezza e la classifica…». E quando il malcapitato cronista prova a farlo sorridere, chiedendogli ironicamente se Francesco Dolce abbia deciso di accogliere l’appello della federazione, che ha aperto agli atleti la facoltà di condurre le gare del settore giovanile, per ovviare alla cronica carenza di fischietti, il gigante maremmano azzarda un sorriso triste e scappa via. Sul fronte opposto, il tecnico Alessandro Cupisti respinge al mittente ogni sottolineatura nel merito della polemica: «La direzione arbitrale non mi è piaciuta, poiché ha spezzettato continuamente il gioco e ci ha impedito di manovrare come avremmo voluto. La realtà è che si è vista una partita molto brutta, in cui gli errori sono stati divisi equamente. La differenza tra noi e la Ingraph Seregno è che noi uno dei nostri rigori lo abbiamo segnato». Rivolgendo lo sguardo a trecentosessanta gradi, il commissario tecnico della nazionale non si è nascosto: «Questo è un torneo molto equilibrato ed occorre giocare al massimo dappertutto. Non ci sono partite vinte in partenza». La chiusura è riservata a Francesco Dolce, bersaglio delle invettive del pubblico di casa per aver indotto con le sue proteste Andrisani di Matera a concedere la massima punizione (inesistente) che ha deciso l’incontro. In un’intervista ad una televisione toscana presente al Palaporada, il veterano viareggino esordisce chiedendo di stendere un velo pietoso sull’arbitro lucano. Giustissimo, ma la prossima volta si ricordi di farlo prima e non dopo averne approfittato…


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