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Quel che resta nella mente dopo il campionato europeo di Paredes


I risultati dell'Italia e le scelte di Mariotti; la buona difesa degli azzurri e l'attacco deludente; la Spagna epta campione e (forse) la fine di un ciclo; la delusione del Portogallo e l'addio alla nazionale di Ventura; i piccoli gioielli delle nazionali emergenti. Un tentativo di sintetizzare in un solo articolo le sensazioni del campionato europeo di Paredes appena andato in archivio.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 18/09/2012 - 16:00 - Ultima modifica 30/09/2012 - 19:08

Proviamo a tracciare un bilancio degli europei di Paredes analizzandoli da alcuni punti di vista e focalizzando in particolare la nostra attenzione sul risultato e sulle prospettive della nazionale italiana.

PUNTO DI VISTA 1 - I RISULTATI
L'obiettivo minimo della spedizione era il terzo posto e il ritorno sul podio dopo la quinta piazza dell'edizione 2010 di Wuppertal. Qui parlano i numeri: obiettivo centrato in pieno.
Si poteva fare di più? Onestamente no: Spagna e Portogallo ci sono ancora superiori e più che metterle in difficoltà come non capitava da tempo, non si poteva fare a meno di quella "partita perfetta" che non c'è stata. Possiamo recriminare su occasioni sprecate e qualche torto arbitrale (in particolare contro i futuri campioni) e già questo è un passo avanti dato che il recente passato è fatto di cocenti sconfitte che non lasciavano spazio nemmeno alla recriminazioni. 
Al di là delle sconfitte contro Spagna e Portogallo, l'Italia ha ripreso il "suo" terzo posto imponendosi nettamente sul resto dell'Europa hockeystica: battute Inghilterra (9-0), Germania (6-2), Francia (6-4) e Svizzera (4-1). Vale la pena ricordare che appena due anni fa nel girone di qualificazione battemmo l'Inghilterra (5-2), pareggiammo con la Germania (3-3), uscimmo ai quarti con la Francia (3-2) e poi battemmo Inghilterra (5-3) e Svizzera (4-2) per raggiungere il quinto posto. 

PUNTO DI VISTA 2 - IL GIOCO
Partiamo dal paradosso: le partite meglio giocate le abbiamo perse. L'Italia vista contro la Spagna e nel primo tempo con il Portogallo è stata la migliore dell'intera settimana a Paredes. Da questo europeo ci portiamo a casa la certezza di avere trovato un assetto difensivo molto buono, con Barozzi che tra i pali è una sicurezza (anche se pesano un paio di incertezze contro i padroni di casa) e la coppia Nicoletti-Motaran che ha acquisito grande personalità. Il difensore del Valdagno ha impressionato per tenuta e costanza di rendimento: davvero pochissime sbavature per lui in un europeo giocato da grande protagonista. E' andato bene anche Motaran, promosso capitano alla vigilia, anche se nelle fasi più delicate si è lasciato andare a qualche fallo e a qualche errore di troppo.
Molti problemi, invece, in fase di costruzione. Mariotti si è affidato fino alla fine alla coppia Ambrosio-Nicolas che è stata al di sotto delle aspettative. Determinanti nella delicatissima partita contro la Francia, i due non sono riusciti a ripetere con la maglia azzurra le buone prestazioni viste in campionato. Del tutto simile il discorso per il terzo italo-argentino Gaston De Oro che ci aveva abituato al ruolo di Re Mida con la maglia del Valdagno trasformando in gol tutte le palline che toccava, mentre a Paredes ha spesso sbagliato incredibili palle gol.
Mariotti ha utilizzato molto meno gli altri giocatori. Illuzzi ha avuto le sue chances, ma non è mai riuscito ad essere incisivo quando glien'è stata data l'occasione. Stessa cosa dicasi per Festa, eccezion fatta per la partita conclusiva contro la Svizzera in cui è stato determinante e dove, dopo averlo inserito a metà ripresa, Mariotti non lo ha più sostituito. C'è da augurarsi, per l'attaccante del Lodi e per la nazionale, che Festa riprenda da qui alla prossima convocazione in azzurro.
Impossibile giudicare Depalma e Gnata, utilizzati solo per brevi apparizioni; e se per il neo allenatore-giocatore del Giovinazzo la convocazione in azzurro è stato quasi un premio alla carriera, il giovane portiere del Valdagno ha tutto il futuro davanti a sè e già in questa stagione da titolare nel proprio club potrà provare ad insidiare la leadership di Barozzi. 

PUNTO DI VISTA 3 - IL PROGETTO
L'Europeo di Paredes era il primo appuntamento della nazionale azzurra dopo l'avvio del progetto "Campioni 2015". Rispetto al mondiale dello scorso anno le novità sono evidenti anche ai più critici osteggiatori del Mariotti-pensiero: nessun senatore, età media tra le più basse di tutto il campionato europeo. Inutile nascondere che la convocazione dei tre oriundi argentini del Bassano ha fatto storcere il naso a chi avrebbe preferito una convocazione più puramente italiana; altrettanto innegabile che la nazionale italiana si è posta su una strada nuova e ha davanti a sè un lungo cammino.
Mariotti ha fatto le sue scelte sfruttando appieno gli atleti a sua disposizione, cercando quelli che meglio si adattano al suo gioco e al suo modo di intedere l'hockey: di qui la convocazione di Nicolas, De Oro e Ambrosio, ma anche l'esclusione di Tataranni dopo l'esperienza tutt'altro che positiva di San Juan. E poi non bisogna dimenticare il peso che hanno avuto gli infortuni sulle convocazioni e che hanno privato Mariotti del possibile apporto, tra gli altri, del bassanese Zen, del breganzese Ghirardello e del valdagnese Cocco.
L'impressione è che il rinnovamento sia appena iniziato e che Mariotti proverà a costruire pezzo per pezzo la sua nazionale: aver sistemato la difesa al primo colpo consente di lavorare a fondo sull'attacco per rendere la nazionale azzurra di nuovo competitiva. 

PUNTO DI VISTA 4 - IL FUTURO
La nazionale azzurra non è una squadra a sè stante: è figlia legittima del nostro campionato, ma anche di una organizzazione interna che non è ancora completa. La Federazione dovrà dare coerenza tecnica alle squadre nazionali azzurre, rendendo omogenea e comune la linea tecnica delle squadre nazionali dalla senior di Mariotti fino all'under 15 su cui sta lavorando Gianni Massari. Su questo il programma "Campioni 2015" segna il passo.
Nei due appuntamenti che ci separano dal mondiale francese del 2015 ci sarà il tempo di veder passare in azzurro quelle che al momento sono promettenti speranze. Solo per citare gli attaccanti, quest'anno saranno alla prova della serie A1 Andrea Malagoli (classe 91, nelle mani di Enrico Bernardini a Prato), Francesco Rossi (classe 93) e Alessandro Verona (classe 95, entrambi a disposizione di Crudeli a Prato) e Andrea Brendolin (classe 94, affidato al Thiene di Casarotto). E' tra questi e altri giocatori ancora più giovani di questi che Mariotti cercherà le soluzioni per l'attacco asfittico della nazionale italiana.

PUNTO DI VISTA 5 - L'HOCKEY EUROPEO
Sette campionati europei e quattro campionati mondiali di fila li vinci solo se non sei normale. E la Spagna dell'ultimo decennio (abbondante) di normale ha poco o nulla. Inutile pensare di arrivare fin lì, al loro livello: certi cicli nascono per merito di una buona programmazione, ma anche perchè il Dio dell'hockey ti mette in mano, contemporaneamente, atleti del calibro di Trabal, Borregan, Ordeig, Bargallò e Gil, oltre a una serie di "gregari" superlusso che farebbero la fortuna di tutte le altre nazionali.
Quel ciclo sta finendo e, nonostante il settimo sigillo europeo, la Spagna si appresta a tornare sulla terra e quindi alla portata del Portogallo (che perderà il suo capitano e uomo simbolo Reinaldo Ventura) e dell'Italia, se saprà lavorare con coerenza rispetto al progetto di rilancio.
A Paredes le assenze contemporanee di Borregan e Ordeig si sono fatte sentire. Il motore della Spagna non cantava già più come a San Juan un anno fa e la transizione è iniziata anche per le furie rosse. Certo, finchè resteranno in pista Pedro Gil e Jordi Bargallò gli spagnoli potranno ancora contare sul miracolo a sei secondi perchè questi due sono figli del Dio dell'hockey che ha dato loro numeri da fuoriclasse. Ma sia Gil (classe 1980) che Bargallò (classe 1979) si avvicinano alla fine della loro carriera che nella nazionale spagnola difficilmente arriva a 35 anni e alle loro spalle non si intravede nessuno che abbia le caratteristica da puro fuoriclasse dei due. Il futuro, dunque, lascia spazio anche alle speranze e alle ambizioni degli umani.
Vale la pena spendere due parole anche sulle altre nazionali e iniziamo dalla Francia che sta già preparando il "suo" mondiale, quello di La Roche Sur Yon del 2015. A Paredes ha presentato una formazione molto giovane, ma già molto competitiva, con elementi di grande interesse come i fratelli Nicolas e Kevin Guilbert (classe 85 e 86 rispettivamente), Anthony Weber (classe 1989) e soprattutto Corentin Le Polodec (classe 1991), attaccante dalle grandi prospettive.
Un passo indeitro, invece, per la Germania. La squadra teutonica, che aveva fatto molto bene in casa propria sfiorando il podio, ha cambiato molto e non ha messo in mostra nessun elemento di particolare interesse. Anche la Svizzera non ha saputo ripetersi ai livelli del recente passato, mentre l'Inghilterra è arrivata del tutto impreparata a questo campionato europeo, priva di alcuni titolari e senza uno straccio di preparazione. Il perchè lo racconteremo a parte. Qui vogliamo citare quello che è stato il migliore tra gli inglesi: il 21enne Owen Stewart, unico giocatore dell'europeo di Paredes ad aver segnato una rete sia alla Spagna che al Portogallo.

Parole chiave: Nazionale, Nazionale Senior, Europei Senior,
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