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Puzzella: 'Con questa difesa posso dare il massimo'


Te lo ritrovi di fronte e subito ti viene da pensare ad una figura mitologica, un incontro ravvicinato con un discendente di Zeus. In ogni caso lui è un habituè nell’Olimpo dei migliori estremi. “Zeus” Mauro Puzzella, nato in Argentina a San Juan il 20 agosto 1983 (“presi il volo per Valdagno proprio il giorno del mio compleanno”), mise per la prima volta i pattini a tre anni.

Scritto da - Pubblicato il 16/09/2008
E’ poi cresciuto nel Banco S. Juan (la società non esiste più) per poi trasferirsi per un biennio a Mendoza. Finì la trafila nel settore giovanile a S. Juan. Il debutto a 16 anni nelle fila dell’UVT, per poi continuare il percorso nel Concepcion e nel Social S. Juan. E’ di quattro anni fa la prima uscita dall’Argentina per approdare in Italia a Novara. Nello stesso anno il trasferimento in prestito al Vercelli in A2. Poi ecco il debutto da titolare a Vercelli in A1. Nella stagione successiva ritorno a Novara, quindi passaggio a Lodi nell’Ash.
- Proprio nell’ultima stagione a Lodi è arrivato per lei il titolo di terzo migliore portiere della A1 alle spalle di Cunegatti e Barozzi...
“A Vercelli mi piazzai quinto e a Novara quarto. Mia madre e la mia fidanzata seguono tutto quanto si scrive di me su internet e sono le mie fans più accanite. Un giorno, scherzando, dissero ‘se Mauro continua così fra un paio d’anni sarà il migliore portiere’. Per raggiungere però quel traguardo non bastano le qualità individuali, molto dipende dalla bontà della difesa che ti trovi di fronte. I miracoli un portiere può farli soltanto ogni tanto. Fin qui non ho mai avuto difese altisonanti, ma atleti che si sono sacrificati per la squadra”.
- A Valdagno che posizione crede di ricoprire?
“Soltanto quella di uno dei componenti della rosa. Tutti ambiscono a giocare ma per riuscirci bisogna saper fare bene. Sicuramente mi sento già pronto a dare un contributo quando sarò chiamato. A Valdagno da diversi anni la squadra fa ottime stagioni, c’è un piano di crescita comune fra società e giocatori, ora c’è una squadra con prospettive anche per il futuro. Tutte componenti che mi hanno entusiasmato e fatto decidere per essere qui”.
- In questa Toyota Marcante si sente protetto a sufficienza per svolgere bene il suo ruolo?
“Qui tutti si sacrificano per darsi una mano. Sì, mi sento tranquillo perché davanti c’è un gruppo solido. Si può lavorare bene e cercare di dare il meglio. Chi entra pensa come quello che esce”.
- Lo “Zeus” Mauro dentro la pista sembra proprio diverso da quello che si trova fuori...
“Zodiacalmente sono un Leone. Ecco, ammetto di avere una personalità ‘difficile’. In pista sono più istintivo e ‘selvaggio’, mi concentro esclusivamente sul match. Se mi arrabbio e urlo è per cercare di aiutare i compagni. E’ vero, ogni tanto mi parte la ‘centralina’, ma si tratta solo di uno sfogo per liberare la tensione. E quando non vengo ascoltato allora batto di brutto la stecca per terra. In realtà credo di essere un tipo abbastanza calmo, una persona tranquilla. In genere sono sereno”.
- C’è un qualcosa che le manca in particolare?
“Sopra di tutto la mia famiglia, il lato più importante della mia vita. Allora permettetemi di rivolgere un saluto speciale a mamma Mirta, a papà Hector, a mio fratello Alejandro e alla mia ragazza Mari. Di tutti loro ho una grande nostalgia”.
- La preparazione è impegnativa e porta via una buona fetta di tempo. Com’è fatto il resto della sua giornata fuori pista?
“Una buona parte la passo a casa, giocando con amici sulla play station. Il resto facendo qualche giro nei dintorni con Raed, Nicolia e Cocco”.
- La gara per un posto da titolare è aperta. Come va il rapporto con Vallortigara?
“Con Marco si va ogni tanto a prendere un caffè. Sotto c’è davvero una bella intesa e sono convinto migliorerà conoscendoci sempre di più”.

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