Siamo con rammarico a rispondere a quanto pubblicato a firma Hockey Pordenone e relativo alla finale del campionato di serie A2 disputata venerdi' sera a Prato.
Se venerdi' sera c'e' stata poca sportivita' la responsabilita' e dei dirigenti e giocatori del Pordenone non certamente della nostra societa' e non accettiamo lezioni di sportività o di FairPlay dal Pordenone Hockey 2004
Provocare un avversario per tutta la partita, simulare falli e fare falli per tutto l' incontro ma soprattutto rinunciare al saluto del pubblico corretto ed ospitale nei confronti dei pochi sostenitori del Pordenone a fine gara e poi andarsene trafugati questo si che e' un atteggiamento poco sportivo.
A Pordenone fanno ricadere tutto sull'episodio della rete di Amato, ma prima di tutto quando il gioco e' stato fermato per verificare le condizioni fisiche di Sperotto, la pallina è coperta dalla porta, il fallo è stato commesso dallo stesso Sperotto che ostacola Amato facendoli perdere l equilibrio, il direttore di gara da una punizione a due (poteve essere fallo di squadra), alla ripresa Amato si è portato in posizione che dalle nostre immagini si vede chiaramente non intenzionato alla retituzione della pallina in quanto lui si sentiva di aver subito il fallo, ed anche dalla panchina non ci è sembrata una azione da FairPlay , l'errore sta nella disattenzione dei giocatori del Pordenone non certamente dell'antisportvita' di Amato. Anche il direttore di gara sentito dopo la partita non ha sentito il nostro Atleta Samuel Amato mettersi d' accordo con i giocatori del Pordenone per la pallina. Forse a Pordenone farebbero bene a dare una controllatina al regolamento, invece di lamentare scuse puerili e cercare di essere piu' attenti alla ripresa del gioco.
Marrone che come il resto della panchina non ha fatto altro che offendere e innervosire i nostri giocatori, entra in pista e inizia a provocare Amato (gli ha detto di tutto) cercando di far reagire il nostro giocatore e poi a fine partita infila il tunnel degli spogliatoi, cosi' come i suoi compagni di squadra senza nemmeno fare il saluto. Questa si che e' antisportivita'!
Se vogliamo dirla tutta siamo noi poi che siamo sbigottiti dell'atteggiamento provocatorio e irrispettoso del Pordenone, proprio il Presidente del Pordenone ha aspettato l'uscita di Samuel Amato e lo ha colpito con delle pacche sulla spalla non proprio amichevoli e degne di un presidente.
L'articolo pubblicato su hockeypista fatto dalla società Pordenone è un attacco alla nostra società, non cita nemmeno il risultato finale ed una serie di episodi che hanno alla fine decretato il vincitore, la risposta a tutte le accuse la troverete attraverso le immagini che sono state effettuate con due telecamere e che presto saranno disponibili come al solito sul nostro sito internet e sul nostro gruppo di Facebook.
Nessun nostro giocatore o dirigente si e' mai sognato di mancare rispetto agli avversari. Siamo una societa' che ha sani principi di lealta' sportiva e che e' sempre stata ospitale con gli avversari e leale in pista, e nessuno vogliamo precisare nessuno è andato a chiedere scusa per quanto successo.
Sentirci tacciare di accuse cosi' gravi e assolutamente infondate e' una grave offesa e lenisce del buon nome della nostra societa'. Valuteremo il da farsi nelle sedi opportune.
Sul fatto che si sia giocato a Prato i dirigenti del Pordenone sanno bene come stanno le cose e siamo conviti che abbiano accettato di buon grado la proposta di fare la partita a Prato in quanto era preventivato il rimborso spese e la cena appunto a carico della società di casa.
Festeggiamenti? Si la cena insieme alla quale la società Pordenone ha rinunciato via sms? Dire che avevamo gia' preparato in anticipo e' vero ma per entrambe le formazioni si sarebbe trattato di un saluto al pubblico, con l'addetto stampa che avrebbe chiamato tutti i giocatori per nome a ricevere il giusto premio ad una bella stagione delle due compagini, ma dire che avevamo preparato solo per il Prato una meschinita' e lo sanno bene.
Nello sport a volte si vince a volte si perde, forse a Pordenone hanno imparato bene la prima cosa, ma certamente non la seconda.
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