Per l'AFP Giovinazzo è vietato sbagliare contro il Forte dei Marmi in gara 2

Archiviata la sciagurata gara-1 di cui abbiamo già abbondantemente parlato, un’AFP Giovinazzo in credito con la fortuna si prepara all’ennesima gara verità di questa appassionante stagione. Un’annata che l’ha comunque consacrata a pieno titolo nell’olimpo dell’hockey nazionale, traducendo di fatto in realtà lo slogan della società che da quasi un anno e mezzo campeggia ovunque: “Diventare grandi… Insieme si può!”.
Il passaggio in semifinale potrà solo suggellare questo sogno comunque coronato, questa utopia coltivata sin dal primo giorno in cui la cordata capeggiata da Vito Favuzzi si era insediata al timone del sodalizio biancoverde, ma non si potranno certo scordare le entusiasmanti vittorie ottenute in regular season contro Lodi, Valdagno, Breganze, Bassano e Forte appunto. Vittorie apostrofate come “straordinarie”, ma solo perché ottenute contro compagini già di rango, esperte, già convincentemente espressesi anche nelle competizioni europee. Un campionato mai visto quello dell’AFP di quest’anno, almeno negli ultimi lustri. Suona infatti irriverente qualsiasi paragone con la straordinaria squadra che 32 anni fa conquistò l’unico scudetto giovinazzese, per tante, tantissime ragioni, ma va dato atto a questi ragazzi che oggi vestono la maglia dell’AFP di aver disputato una stagione molto al di sopra delle attese. Ci hanno creduto loro, ci ha creduto lo staff tecnico con Nino Caricato preziosamente coadiuvato da un certo Gianni Massari, ci ha creduto la società, ci hanno creduto i tifosi…
Bene, da qui a una settimana o a un mese bisognerà continuare a crederci ancora di più: chi va in pista con il furore agonistico e la massima concentrazione, chi siederà in tribuna con lo slancio affettivo e l’incitamento che contraddistingue i tifosi giovinazzesi, quelli delle migliori occasioni.
Il Forte dei Marmi è avvisato: in campo e fuori ci sarà gente tinta di bianco e di verde affamata, arrabbiata (in senso sportivo ovviamente) e consapevole del fatto che da queste parti "impossible is nothing" e i Depalma e compagni lo hanno già dimostrato.