Di scena al PalaLido sabato sera c'era il Prato, che si scrive così ma si pronuncia "Praho", secondo il loro dialetto (che poi sarebbe l’Italiano), terra arguta, erede di un contado dove regnava la furbizia di Bertoldo; non per nulla Roberto Benigni viene da Vergaio, lì vicino. Noi valdagnesi la conoscemmo, nell’immediato dopoguerra, come la “capitale dei cenci”, dove si riciclavano i tessuti, anche usati, e dove la Marzotto aveva contatti commerciali. A Prato si gioca la Palla Grossa, una specie di sfrontato calcio medievale dove si picchia duro; i quartieri della città portano i colori giallo, rosso, blu e verde ... vi ricordate le loro maglie di due anni fa stile Windows?
I ragazzini di Prato, stasera in giallo, scendono in pista con Saitta in porta (ottima partita la sua), “nonno” Samuel Amato, Bianchi, Pierotti e Cacciatore (spesso alternato a Zucchetti). Ugo Ojetti diceva "La giovinezza sta nel provare ogni giorno le proprie idee e passioni contro la realtà, per vedere se tagliano." Prato prova contro la realtà difficile dell'A1 ed ogni piccolo passo avanti diventa un inno allo sport.
Valdagno invece inizia con Cunegatti (stasera in vena di spettacolo), Bertoldi al posto di un incerottato Ghirardello, Lopez, Oruste e Ordoñez. Fischiano il veterano Strippoli e Moresco, coppia molto paterna e indulgente, visto (e sentito) il mulinar di stecche in area; ai ragazzi si perdona tutto.
Come sempre avviene, nell’hockey, si comincia con rapidi capovolgimenti di fronte. Prato cerca i ritmi bassi e schiera ordinata la difesa, che Valdagno fa fatica a bucare; quando il ritmo accelera sono i toscani ad andare in sofferenza ed a sbagliare parecchio.
Il gioco a tratti è caotico e rapido, con numerosi errori da ambedue le parti. Prato tenta il suo classico schema: cannonata siluro di Amato dall’orizzonte e deviazione al volo di Pierotti, ma stasera non gira. Pierotti si danna l’anima e corre come un forsennato, impensierendo i lanieri veneti. Quando Valdagno pressa alto i toscani entrano in difficoltà; le maglie blu però non ne approfittano, non centrano la porta e tirano da lontano, fuori misura. A metà del primo tempo è assedio valdagnese, con un determinato Bertoldi dietro ed Ordoñez che si sacrifica molto di difesa.
Quando mancano dodici minuti, in uno dei tanti batti e ribatti davanti a Saitta, Oruste la caccia in rete (prima perla di un poker di Maxi che con i cinque segnati a Prato, all’andata, si guadagna il nomignolo di “ammazzaprato”; più di metà dei suoi gol li ha fatti ai toscani): 1-0.
Valdagno continua a macinare gioco tentando la rapidità, ma anche i veneti sono squadra giovane e gli errori fioccano; la porta di Saitta sembra stregata e iniziano a suonare i pali (alla fine se ne perderà il conto). Man mano che il tempo avanza emerge comunque un netto divario tecnico tra le due compagini. Dopo un palo di Bertoldi, a nove e mezzo dall’intervallo, Oruste ancora batte, ribatte sul palo e la palla carambola in gol: 2-0. Trenta secondi dopo è il Valdagno a distrarsi, Pierotti sfila dietro porta, serve Zucchetti; il biondo apollineo sbatte in rete il 2-1. Altri trenta secondi e l’annoiatissimo Strippoli si fischia un rigore da solo, Ordoñez la spara fuori, ennesima conferma della negazione valdagnese sui tiri diretti.
Il rientro in partita dei toscani genera alcuni minuti confusi in cui accade di tutto, fuorché reti; Cunegatti addirittura “tira” col guantone direttamente al collega Saitta, dalla propria porta. A un minuto e 49 secondi dalla sirena, Bicego entra alla Bruce Lee, stendendo Bianchi e prende un blu; Pierotti va al diretto, ma Cunegatti dice no due volte. Il tempo finisce con Valdagno che aspetta la sirena in inferiorità; falli di squadra 3 contro Prato e 2 contro Valdagno, arbitri serafici.
La ripresa inizia con un Valdagno forsennato, per prevenire qualche secondo giocato in tre soli esterni; poi entra Oruste e cessa il Power Play. Lo stesso argentino, al minuto 21.15 pattina rapido in diagonale e accompagna un siluro dritto al sette di Saitta: 3-1. Prato regge ancora bene con ritmi bassi, ma ora è palesemente in difficoltà con i ritmi veloci; bene Saitta, per sua fortuna anche Valdagno è squadra giovane e non realizza, litiga con i pali. A quindici dalla fine Lopez rinnova la tradizione negativa veneta, sparando un tiro diretto violento, parato dal portiere pratese. Maxi Oruste, decisamente rinfrancato dai gol, ora appare deciso e volitivo. Dopo due rapide e pericolose apparizioni dei gialli toscani (ottimo Cunegatti su Amato e subito dopo su Zucchetti) al minuto 10.33, Oruste cala il poker, dopo l’ennesimo batti e ribatti in area pratese, saetta un tiro centrale: 4-1. A otto dalla fine in pista c’è solo Valdagno, mentre Prato cala vistosamente. Juanjo Lopez si produce in una funambolica serpentina in area con girata di rovescio che meriterebbe il gol, ma è Prato a segnare; a cinque dal termine è Cacciatore a buttare una pallina distratta dietro a Cunegatti : 4-2. Poi nulla più e il match si chiude con l’ennesimo vano tentativo di uno sfortunato Bicego.
Ora tocca alla decisiva trasferta in Spagna, a Vendrell e poi via, verso Giovinazzo.