Nelle mani di un branco di dilettanti pericolosi
Tutto il mondo sa che gli arbitri migliori sono italiani, spagnoli e portoghesi. Da sempre, la direzione delle partite che contano è assegnata ad arbitri di questi paesi. Non così a Vigo dove si è scelta una via diversa: tutti gli arbitri sono uguali e meritano spazio.
Scritto da Redazione
- Pubblicato il 09/07/2009
Piccoli, piccoli, piccoli. Sono destinati a rimanere tali gli sport in cui non si dà spazio al merito, mandando avanti i migliori, ma si fa un po' ciascuno. Per tenersi buoni tutti e avere poi i voti in assemblea, quando serve.
Solo così si può spiegare l'aberrazione dei mondiali di Vigo. In cui alcuni degli arbitri migliori sono mandati a dirigere le gare della poule retrocessione, mentre qui a Vigo assistiamo a cose indicibili.
Facciamo nomi e cognomi, così ci capiamo meglio.
Il quarto di finale più delicato era, a detta di tutti gli addetti ai lavori, quello tra Italia e Argentina. Evidentemente non per la commissione arbitrale: è l'unica partita dei quarti di finale per la quale sono stati designati arbitri di paesi di secondo piano, con scarsa esperienza in partite di un certo tipo. Il brasiliano Agra e il francese Jaquart ci ha rovinato la cena e le prossime giornate, ma non è certo tutta colpa loro. Chi li ha messì lì evidentemente deve rispondere ad interessi diversi che non solo soltanto lo svolgimento regolare delle partite.
Non è che manchino gli arbitri qualificati a questo mondiale. Ci sono tre spagnoli (la signora Martinez, l'esperto Vidale e l'emergente Garcia), il portoghese Pinto, l'italiano Fermi. Non serviva molto: bastava non sacrificare la Martinez e Pinto a Pontevedra per Mozambico-Olanda, oppure separare la coppia Vidal-Garcia (che ha diretto Angola-Brasile), oppure ancora "costringere" un arbitro spagnolo a dirigere due quarti di finale (proprio come accadrà, ahinoi, al brasiliano Agra che sarà in pista anche per Francia-Portogallo, assieme a Garcia).
Serviva solo un po' di buonsenso. Ma con le decisioni degli ultimi due giorni, il Cirh sembra averlo definitivamente esaurito.
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