Josè Mourinho non è certo un campione di simpatia, ma da sabato sera si è guadagnato un posto di rilievo tra gli appassionati di hockey su pista, compresi quelli non interisti.
Nel corso di una intervista realizzata dal giornalista di Raisport Enrico Variale per il TG1 e andata in onda in coda all'edizione delle 20 di sabato 23 agosto, Mourinho ha detto la sua sul movimento olimpico, chiudendo l'intervista in questo modo.
D. Da uomo di sport, sta seguendo le Olimpiadi? E che cosa pensa di chi dice che il calcio professionistico è forzato all'interno di un contesto olimpico?
R. "Credo che le Olimpiadi siano un fenomeno sociale incredibile, non solo sportivo, e tutti sono coinvolti, perché è un evento straordinario, spettacolare. E mi piace che il mio sport, la mia passione numero uno, sia nei giochi olimpici. La mia critica, invece, è che non capisco perché, tra le discipline, non ci sia l'hockey a rotelle: sarebbe una possibile medaglia per l'Italia, per la Spagna, per il Portogallo. Ma siccome non può essere una medaglia per Cina o per le grandi potenze, non c'è hockey a rotelle... "
Per l'hockey su pista si tratta di un attestato di stima importante e gradito, per il quale non possiamo fare altro che ringraziare il tecnico dell'Inter. Ogni quattro anni, nei 16 giorni in cui tutto lo sport mondiale si dà appuntamento per celebrare le varie abilità umane, si riapre una atroce ferita per tutti gli appassionati di hockey su pista, esclusi da sempre dai giochi olimpici e con possibilità di essere ammessi in tempi brevi praticamente nulle: servirebbe una diffusione in un centinaio di paesi (non siamo nemmeno a metà!), oltre che un lavoro politico instancabile all'interno del CIO: troppo per una federazione internazionale che, per di più, ha puntato tutto sul pattinaggio di velocità per scardinare la porta dei giochi olimpici.
Il testo integrale dell'intervista a Mourinho è disponibile sul
sito ufficiale dell'Inter.