Ore 19 di oggi 20 aprile, è ufficiale: l’annuncio del segretario generale della Lega Hockey, Cesare Ariatti, conferma quanto era trapelato durante una giornata intensa e febbrile: la Final Eight di Eurolega si disputerà il Palacastellotti a Lodi. La notizia fa il giro della città velocemente, il web si riempie di entusiasmo, così come le strade del centro. Davanti ai bar l’aperitivo è monotematico: la Coppa Campioni si giocherà a Lodi. Non si parla d’altro. Si, il tempo passa, il mondo si evolve, ma la parola “Coppa dei Campioni” (si tre paroline, ma un solo significato) e il suo fascino, non tramontano mai.
Così la società giallorossa riesce a omaggiare il proprio pubblico di un regalo immenso, una fase finale di una competizione europea, che sancisce definitivamente il ritorno di Lodi al grande hockey internazionale. E unita alla Final four di Coppa CERS di Bassano, pone l’Italia al centro dell’Europa hockeystica.
Una Coppa delle Coppe. Una Coppa CERS, una finale persa, nell’82 col Barcellona, proprio in Coppa Campioni. Altre tre finali di Coppe Coppe perse per un soffio... Tanta storia nell’Europa delle rotelle vede Lodi come protagonista, e ora, finalmente, l’intera città può mostrare cosa vuol dire vivere l’hockey a Lodi. Erano 20 anni che in riva all’Adda non si viveva una grande manifestazione, dai mondiali del 1993. Tanti, troppi anni, per una città che ama in maniera incondizionata questo sport.
Lo sa bene Pino Marzella, cha ha accettato la scorsa estate una scommessa che, per lui, è già vinta, grazie al criterio, all’abnegazione e alla passione che i suoi ragazzi ci mettono, quotidianamente.
“Alzi la mano -dice- chi ad inizio stagione avrebbe scommesso che questa squadra, a questo punto, sarebbe stata tra le prime otto d’Europa, prima in campionato e, sopratutto, avesse già conquistato una Coppa Italia, che mancava a Lodi da 35 anni”.
In effetti ci siamo abituati ad un Amatori stellare, da record, ma, pensandoci bene, a inizio stagione, chiunque avrebbe fatto al firma per esser ad una “Final8” e a 4 punti dal matematico primo posto. Senza parlare del fatto che un trofeo, fin troppo poco festeggiato, brilla già nella bacheca dell’Amatori.
“Io finora dò un 10 come voto a tutto: alla mia squadra, alla società, al pubblico. Stiamo facendo una stagione meravigliosa, e ora, con quest’atto coraggioso, la società ha voluto regalare alla gente una bellissima Final eight. Noi dobbiamo compiere solo tre cose: dare all’Europa un immagine di Lodi all’altezza, giocare con tranquillità le nostre carte e, soprattutto, essere distesi, perché siamo a casa nostra”.
Ma non ci sarà il rischio di pressione sui giallorossi?
“No, per nulla,- continua Marzella -, la pressione avremmo potuto sentirla se fossimo andati in giro per l’Europa, giocando martedì e sabato, su piste avverse. Invece tutti verranno qui, a Lodi. La pressione sarà solo sui nostri avversari, non su di noi”.
E Marzella la “pressione” la conosce bene...
“Io sono nato con la pressione addosso, ci ho sempre convissuto, invece ora è solo sulle spalle degli altri. Noi siamo orgogliosi e soddisfatti di esser a questo punto. Non abbiamo l’obbligo di vincere, ma è chiaro che ci proveremo".
Come dire: non abbiamo nulla da perdere, la stagione è già positiva.
“Sicuramente. Oltretutto abbiamo la possibilità di dare un immagine positiva di Lodi a tutta Europa. Poi per noi è un sogno, che stiamo vivendo ad occhi aperti. Ma dobbiamo rimanere con i piedi ben piantati a terra. Eppure sono tranquillo, - continua il mister giallorosso - perchè la mia squadra ha la testa sulle spalle e sa perfettamente che deve lavorare ancora per migliorare i suoi difetti. E per questo no ho alcun problema: sono tutti degli atleti seri, stanno lavorando moltissimo, con tre prerogative fondamentali: i ragazzi si allenano con criterio, abnegazione e passione”.
Ora non resta altro che attendere l’arrivo di questi 4 giorni. Poi sarà festa, spettacolo e, lo sogniamo ad occhi aperti, gloria per l’eternità.