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Mariotti: "Noi abbiamo molta fame, ma al mondiale sarà durissima"


Hockeypista.it ha intervistato il CT azzurro Massimo Mariotti all'indomani dell'arrivo della nazionale in sudamerica per l'ultima fase della preparazione. Il tecnico maremmano lascia trasparire un certo ottimismo in vista del mondiale, pur nella consapevolezza che servirà un'impresa contro Argentina o Spagna. Intanto ieri sera l'Italia ha esordito nella coppa Sabater di Santiago pareggiando con il Portogallo.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 19/09/2011 - 09:41 - Ultima modifica 25/09/2011

Massimo Mariotti nel giorno del primo scudetto del CGC Viareggio

Foto Marzia Cattini

La nazionale italiana è arrivata sabato a Santiago del Cile per rifinire la preparazione in vista dei mondiali di San Juan che iniziano sabato prossimo con la partita inaugurale tra i campioni del mondo della Spagna e il Cile. Il tempo di assorbire il colpo del fuso orario che gli azzurri sono subito scesi in pista nella prima partita della coppa Sabater, test amichevole che vede la partecipazione di Italia, Portogallo, Francia e Cile.
Ieri sera la squadra di Massimo Mariotti ha giocato contro il Portogallo la prima delle tre partite in programma (le altre due sono in programma nella notte italiana contro Francia e Cile). Con le reti di Orlandi, Mirko Bertolucci e la doppietta di Davide Motaran, l'Italia ha chiuso il primo test sul risultato di parità 4-4 dopo essere stata in vantaggio per 3-1. Le immagini della partita sono disponibili in questa pagina.
Prima del match contro il Portogallo, hockeypista.it ha fatto una lunga chiacchierata con il CT azzurro Massimo Mariotti.

Fra una settimana esatta c'è l'esordio mondiale. A che punto è la preparazione della nazionale?
"Abbiamo scelto di lavorare su un periodo di tempo non molto ampio (dal 16 di agosto, ndr), ma lo abbiamo fatto con continuità e intensità. Nella fase di preparazione svolta a Grosseto facevamo tre sedute al giorno per un totale di quasi sei ore quotidiane, mentre a Viareggio abbiamo affinato il lavoro in pista e completato la fase di preparazione. Sono moderatamente soddisfatto del risultato dei nostri sforzi; abbiamo fatto qualche test amichevole prima di partire per il Cile con riscontri positivi. In particolare ha dato ottimi segnali per il test con la nazionale under 20 che ha dimostrato come giocatori non più giovanissimi, se ben allenati, riescono a tenere il ritmo dei ventenni".

Nessuno mette in dubbio le qualità tecniche degli azzurri. Non temi però che sei partite in sette giorni possano incidere sui tuoi "vecchietti terribili"?
"Questo è vero e innegabile. Ma faccio a te una domanda: chi avrei potuto portare al loro posto per fare risultato in Argentina? Questi giocatori hanno dimostrato in questi anni di essere in grado di vincere a tutti i livelli. Io non sono venuto a San Juan con la presunzione di poter vincere il campionato del mondo; l'obiettivo concordato con la Fihp è quello di recuperare posizioni rispetto al settimo posto di Vigo e iniziare una risalita in vista del 2015. Purtroppo il risultato di due anni fa ci costringe ad affrontare la Argentina già dal girone di qualificazione perchè non siamo testa di serie e potrebbe prospettarsi un quarto di finale contro la Spagna, ragion per cui l'obiettivo posto dalla Federazione non è affatto scontato. Tornando ai giocatori che ho convocato, la stessa osservazione che fai tu sulla loro tenuta veniva fatta anche anche per i play off scudetto, ma invito tutti a ricordare chi è che ha vinto il titolo. Del resto non mi sembra, anche alla luce dei risultati della nazionale under 20 al mondiale di Barcelos, che ci siano giocatori tanto più forti di quelli che ho portato a San Juan".

Le tue squadre hanno avuto sempre una caratteristica: quella di voler vincere a tutti i costi. E' così anche con questa nazionale?
"Noi abbiamo molta fame. Oggi abbiamo anche mangiato malissimo e vogliamo recuperare... I giocatori di questa squadra sono qui per fare una bella figura in campo internazionale. Siamo consci delle difficoltà che dovremo affrontare, ma abbiamo lavorato per vincere il girone o per passare il turno con la Spagna. Nessuno però deve pensare che, se le cose non vanno come tutti sperano, questa spedizione si trasformi in un fallimento: quello c'è già stato due anni fa ed è ciò che ci complica la vita oggi. Come ho detto, l'obiettivo minimo è il quinto posto, ma noi abbiamo lavorato per ottenere molto di più: questa squadra non aveva bisogno di sei ore al giorno di allenamenti per puntare a un quinto posto mondiale".

Con quali risorse tecniche e tattiche l'Italia proverà a risalire dal settimo posto di Vigo?
"La mia italia rispecchierà il modo di giocare che mi è proprio, lo stesso che mi ha permesso di fare bene a Prato, Follonica e Viareggio. In questo torneo amichevole (la coppa Sabater di Santiago del Cile, ndr) non metterò a disposizione degli avversari tutto quello che abbiamo preparato per il mondiale; la vera Italia la vedrete a partire da domenica prossima contro il Sudafrica. Le caratteristiche principali sono duttilità difensiva e offensiva, capacità di adattarsi alle situazioni e agli avversari. I giocatori azzurri che non giocano nel Viareggio hanno nel loro bagaglio tecnico alcune di queste caratteristiche e si integrano bene nel mio modello tattico. Quello che ci deve contraddistinguere è la mentalità: noi dobbiamo entrare in campo sapendo che gli altri ci devono temere, anche quando si tratta di nazionali che hanno dettato legge negli ultimi anni".

Nelle settimane scorse le nazionali under 17 e under 20 hanno "tirato la volata" alla senior. Come giudichi i risultati?
"Come immaginavo la nazionale under 17 si è dimostrata capace di variare il proprio gioco, abbastanza organizzata e con buonissime individualità che saranno utili in prosepttiva. L'under 20, dopo due vittorie che lasciano il tempo che trovano con squadre troppo deboli, contro la Spagna ha pagato dazio in tutti i settori della pista; non fosse stato per le parate di Gnata sarebbe andata anche peggio. E' però apprezzabile la reazione che i ragazzi hanno avuto nella finale per il 3° posto contro l'Argentina che ci ha permesso di portare a casa la medaglia di bronzo".

Da qualche anno a questa parte non c'era così tanta attesa per l'Italia ad un mondiale: ne sei più lusingato o preoccupato?
"Ne sono lusingato perchè all'estero conoscono il valore che può avere questa nazionale nonostante l'età media dei suoi componenti. C'è il rispetto per un gruppo di atleti che si sono già fatti valere anche fuori dai confini nazionali. In Italia la maggioranza degli appassionati di hockey fa il tifo affinchè ogni nostra nazionale, giovanile o senior che sia, ottenga il massimo risultato possibile. Poi ci sono i gufi e tutti quelli a cui risulto antipatico che forse la pensano diversamente, ma di loro non mi sono mai curato".

Più facile vincere nel girone contro i padroni di casa o battere la Spagna ai quarti di finale?
"Non sono il mago Otelma. Se guardo in prospettiva dovrei dire che preferirei vincere con la Spagna perchè questo ci aprirebbe le porte ad una semifinale abbordabile e potremmo trovarci a giocare una insperata finale mondiale. Però la Spagna viene da tre mondiali consecutivi vinti e ha un palmares complessivo di 15 titoli iridati; l'Italia ne ha vinti solo quattro, l'ultimo nel 1997, e poi ha collezionato solo piazzamenti. Il nostro movimento rispetto a quello spagnolo è inferiore e per vincere dobbiamo curare i dettagli in modo maniacale. L'Argentina viene da due secondi posti negli ultimi due mondiali e ha giocatori giovani e forti; in più gioca in casa con tutta una nazione che spinge per vincere il titolo. L'una o l'altra, sarà comunque molto difficile".

Ormai tutte le nazionali hanno scoperto le carte comunicando i nomi dei convocati: a parte l'Italia, qual è la tua favorita?
"Spagna e Argentina alla pari".

Portogallo, Cile, Francia: cosa ti aspetti da questo test precampionato?
"A parte i padroni di casa, tutte le squadre sono reduci da un lungo viaggio dall'Europa e c'è un po' di stanchezza dovuta al fuso orario. La Francia ha già fatto alcuni test significativi in Spagna, noi abbiamo giocato soltanto con la nazionale under 20 o con squadre all'inizio della loro preparazione. Dobbiamo capire a che punto siamo e che cosa possiamo ancora correggere. Sfrutterò queste tre partite per dare spazio a tutti i giocatori e per averli al top della condizione per il mondiale. E' un torneo che deve servire da preparazione, senza nessun assillo per i risultati"

Hai già in testa il tuo starting five?
"Nell'hockey non è particolarmente importante decidere chi inizia il match. Conta molto di più saper leggere le partite e gestire al meglio li uomini a disposizione. E' ovvio che ho in testa quale sarà il punto di inizio, ma devo ancora comunicarlo ai ragazzi e per adesso lo tengo per me".

Parole chiave: Nazionale Senior, Mondiale San Juan, Italia, Massimo Mariotti, Intervista,
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