In questo momento la città di Namibe è concentrata sui mondiali.
Tutti stanno facendo del loro meglio per accogliere le squadre e far sì che tutto vada per il meglio: nonostante le sconfitte della squadra di casa con il Cile e il Portogallo, l’orgoglio nazionale è alle stelle (ed è giusto che sia così !).
L’hockey su pista qui è giocato da una minoranza di giovani ma, per un Paese che fino a una decina di anni fa era in guerra, il fatto di accogliere un mondiale, essere protagonisti e ritrovarsi al centro del mondo per una settimana, si trasforma in festa.
Tutti vogliono partecipare, contribuire o semplicemente esserci!
Agli ingressi del palazzetto si ammassano persone di ogni estrazione sociale per partecipare alla “festa”. I colori che dominano sono ovviamente quelli di casa: il rosso, il nero e il giallo.
I controlli sono serrati, ma qui nessuno ha intenzione di approfittare della situazione per compiere gesti dimostrativi. Le persone a Namibe sono pacifiche, la cittadina è tranquilla e nessuno vuole rovinare questo evento di portata storica. Sugli spalti si discute delle regole del gioco, dei falli assegnati dagli arbitri. Si scherza sulle varie nazionali, si sostengono le squadre a seconda della simpatia, si applaude sportivamente quando qualche giocatore si infortuna. Si suonano tamburi e piove musica negli intervalli. Quando la nazionale italiana vince, dal mega impianto risuona la voce di Toto Cotugno. E’ davvero bello esserci!!
Il Governo ha investito molto ed ora siamo nel pieno della festa.... moltissime persone e volontari lavorano nell’organizzazione del mondiale. Ma alcune domande sorgono spontanee anche fra i giocatori della Nazionale Italiana. Riuscirà il Governo a mantenere gli impegni presi nel pre-mondiale? Riuscire a mantenere in funzione i palazzetti, promuovere forme aggregative, lavoro e sport per i giovani. Namibe era una città fondata sulla pesca e tutte le ricchezze venivano dal mare; ora la pesca è un’attività marginale, che appena garantisce sostentamento alle popolazioni locali. I giovani hanno pochissime alternative e la città offre poco.
La vera sfida, a nostro giudizio, non è solo l’organizzazione dei mondiali, ma dare una speranza ai giovani che in questo momento stanno festeggiando i campioni. Il COSPE, da parte sua, continuerà a lavorare per contribuire a far sì che quelle speranze diventino concrete e qualunque sostegno da parte di chi vorrà darci una mano sarà accolto con grande soddisfazione. Intanto però il COSPE saluta la squadra azzura augurandogli buon viaggio e un grande "in culo alla balena bianca" nel cammino verso la finale !!!
Alberto Maria Rigon (responsabile COSPE in Angola)
Silvano Motto (consigliere COSPE e ‘malato’ viscerale di hockey)
per saperne di più suile attività del COSPE: www.cospe.it