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La "farfalla a rotelle" torna a volare nel libro di Andrea Cordovani


La conferenza stampa di presentazione del campionato di serie A1 è stata anche l'occasione per presentare il secondo libro di Andrea Cordovani che racconta la vita di Stefano Dal Lago a 25 anni dalla sua tragica scomparsa.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 11/10/2013 - 23:53 - Ultima modifica 18/10/2013 - 16:26
C'è spazio anche per i ricordi di un hockey che non c'è più nella conferenza stampa di presentazione del nuovo campionato. Il ricordo di Stefano Dal Lago, riportato alla mente (se mai se ne fosse andato) dal libro di Andrea Cordovani "La farfalla a rotelle", già autore di un volume dedicato a Raul Micheli. A Vicenza c'era lo stesso Cordovani a spiegare il perchè di un libro su Dal Lago e c'era, nella platea di fronte a lui, un religioso silenzio di chi ha bene impresso in mente quel 27 settembre 1988 e quello che ha voluto dire per l'hockey su pista che con quella morte ha dovuto fare i conti non solo per aver perduto un grandissimo campione, ma anche per le implicazioni giudiziarie e morali che sono seguire.
Proprio perchè la storia di Stefano Dal Lago non può e non deve essere dimenticata, la Lega Hockey ha saggiamente deciso che una copia de "La farfalla a rotelle" sarà l'omaggio da consegnare a chi riceverà il premio quale miglior under 23 del campionato. Il primo è stato Mattia Ghirardello, promessa del Breganze e di quella terra di campioni che è la provincia di Vicenza.
 
"La farfalla a rotelle" è la seconda opera di Andrea Cordovani, follonichese, caporedattore di Autosprint ed in passato anche firma del giornale Il Tirreno, che dopo aver raccontato la vita in pista di Raul Micheli ripercorre la carriera della “Farfalla a rotelle”, così era soprannominato Stefano Dal Lago, a 25 anni dalla sua scomparsa. Una morte in diretta, quasi annunciata, arrivata pochi giorni dopo la conquista di un titolo mondiale, il secondo consecutivo per il giocatore di Trissino.
Andrea ha deciso di far parlare soprattutto quelli che Stefano Dal Lago lo hanno conosciuto: allenatori, dirigenti, compagni di squadra, giornalisti, avversari. Nei loro ricordi, leggendo i quali è impossibile non farsi prendere da più di un pizzico di commozione, emergono prepotenti le gesta di un ragazzo nato fuoriclasse e diventato prestissimo un campione, più di un predestinato. Imprese epiche, trionfi raccolti in giro per il mondo nonostante un’età giovanissima, cinque anni vissuti a Novara nei quali l’hockey aveva imparato a conoscere un campione come pochi ne nascono.
Dal Lago approda nella città piemontese in arrivo dalla sua Trissino a soli 19 anni dove inizia subito a vincere, e tanto: 3 scudetti, 4 coppe Italia ed una coppa Cers oltre a due campionati del mondo. La sua carriera e la sua vita si interrompono in maniera drammatica il 27 settembre del 1988 davanti al suo pubblico, quando durante un Novara-Forte dei Marmi di Coppa Italia si accascia al suolo vittima di un arresto cardiaco. Nel libro Cordovani vuole quasi chiacchierare con il lettore, raccontando con le parole sue e di chi ha intervistato gesta, manie, imprese e curiosità di Dal Lago. Dal CT Gianni Massari, l’allenatore italiano più vincente in Europa e nel Mondo che già nel 1980 intravide le doti della Farfalla a Rotelle, alle rasoiate di Pino MarzellaFu una morte annunciata, la sua – racconta ad Andrea il bomber pugliese – mi disse che preferiva morire in campo piuttosto che smettere o fare l’allenatore»); e poi i racconti del giornalista Franco Costa, che non disdegna curiosi aneddoti sull’hockey anni ’80. Crude e toccanti le pagine che riassumono gli ultimi 6 mesi di vita di Dal Lago, dalla battaglia di carte, visite e perizie dopo la sospensione del febbraio ’88 fino al drammatico racconto delle ultime ore di vita del rotellista trissinese.
Il libro è pubblicato dalla Ouverture edizioni, collana “I colori del Grano”. 
 
La recensione del libro è di Michele Nannini
Parole chiave: Libro,
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