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La Catalogna manda in crisi il Sudamerica


La follia regna sovrana nel mondo del pattinaggio: la Catalogna, trovando porte chiuse in Europa, chiede l'adesione alla Confederazione Sudamericana (CSP). Nella riunione di sabato scorso la CSP si spacca ed ora ha due presidenti autoproclamati: uno dichiara che la Catalogna è stata ammessa, l'altro che è stata esclusa.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 13/02/2007
Incuranti del ridicolo e della geografia, i massimi dirigenti del pattinaggio della Catalogna (la regione autonoma di Barcellona) e i loro omologhi sudamericani stanno trascinando il nostro sport nella polvere con decisioni assurde ed incomprensibili nel sostanziale silenzio della Federazione Internazionale e del suo presidente, l'italiano Sabatino Aracu.
Ormai è certa l'ammissione del pattinaggio alle prossime olimpiadi: per noi verrà aperta un'apposita sezione riservata alle barzellette olimpiche perchè non c'è altro modo di classificare la serie di castronerie che la pseudofederazione Catalana e i suoi pseudodirigenti, in primis il presidente Ramon Basiana, portano avanti da qualche anno.
Per quanto assurdi possano apparire, cerchiamo di mettere in fila i fatti degli ultimi mesi.
Di fronte alle porte chiuse presso la Confederazione Europea, che ha nella Federazione Spagnola la custode più inflessibile, la federazione Catalana ha cercato negli ultimi anni di accreditarsi in ogni modo quale entità autonoma, in grado di poter presentare proprie squadre nazionali nel pattinaggio e nell'hockey.
In pratica, quello che il mondo del pattinaggio subisce, è la proiezione di un conflitto politico tra lo stato spagnolo e la più determinata e potente delle autonomie regionali iberiche. Perchè proprio il pattinaggio (e l'hockey in particolare)? Perchè in questa disciplina la Catalogna è il vero serbatoio dei successi spagnoli (e quindi in grado di affermare la propria superiorità sulla Spagna intera) e perchè la dirigenza internazionale della Firs, per la sua sostanziale inadeguatezza, meglio si prestava ad un attacco ben orchestrato. Aperta la porta dell'autonomia sportiva attraverso il pattinaggio, l'allargamento ad altri sport sarebbe decisamente più agevole.
Con la complicità degli allora dirigenti Firs e Cirh, la Catalogna è riuscita addirittura a giocare e vincere un campionato del mondo B di hockey su pista (a Macao), conquistando il diritto a partecipare ai mondiali di San Josè. Soltanto il cambio della guardia nella dirigenza mondiale e le fortissime pressioni della Spagna, impedirono che questo accadesse, negando il riconoscimento alla federazione Catalana nel corso di un'assemblea tenutasi a Roma.
La Catalogna non si è fermata davanti a questo diniego ed ha tentato (o meglio, sta tentando) una strada ancora più contorta: farsi riconoscere quale membro effettivo dalla Confederazione Sudamericana.
L'assurdo geografico è evidente a tutti, tranne che ai diretti interessati. Alla richiesta, persone ragionevoli e di buon senso avrebbero risposto con un sonoro "ma ci faccia il piacere!". I dirigenti sudamericani, invece, no. Del resto le lusinghe catalane, sotto forma di sostegno tecnico ed economico a federazioni da sempre in grande difficoltà, sono difficili da dribblare.
La richiesta è stata discussa sabato 10 febbraio a Buenos Aires ed è stato un bagno di sangue.
Oggi ci sono due autoproclamati presidenti della CSP che dicono, a questo proposito, cose diametralmente opposte. Così come del tutto opposte sono le dichiarazioni della Federazione Spagnola e di quella Catalana.
Ernesto Cajaravilla, presidente uscente della CSP, sta con la Federazione Spagnola contro quella Catalana; assieme ad altri quattro rappresentati ha abbandonato la riunione della CSP.
"Si è dimesso" replicano i sostenitori del cileno Armando Quintanilla, autoproclamatosi presidente della CSP e favorevole all'annessione della Catalogna al Sudamerica.
Dal canto suo, la Federazione Spagnola ha diramato un comunicato ufficiale in cui annuncia che la CSP ha rifiutato la richiesta della Catalogna di entrare nella Confederazione, mentre la Federazione Catalana annuncia per oggi una conferenza stampa per spiegare la propria entrata nella Confederazione.
In attesa di chiarimenti che non arriveranno, incassiamo l'ennesima figuraccia internazionale che ci allontana ancora un po' dall'agognato traguardo olimpico.
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