L'Argentina ci ha battuto sulla pista, la Francia ci ha battuto in assemblea. E il mondiale del 2015, che l'Italia aveva chiesto a gran voce, se ne va in Francia, sulle spiagge atlantice de La Roche Sur Yon dove, a quanto pare, verrà realizzato un apposito palasport per l'occasione.
Per la Fihp, che sul mondiale del 2015 da disputare in Italia aveva basato il progetto di rilancio dell'hockey di casa nostra (che non a caso si chiama Campioni 2015) ci sarà da rivedere qualche dettaglio. La federazione italiana ha annunciato ricorso alla Federazione Internazionale (che è come dire che Sabatino Aracu, presidente Fihp, ricorrerà a sè stesso in qualità di presidente Firs), ma le speranze di sovvertire questa decisione sono praticamente nulle.
Ancora una volta l'assemblea Cirh ha messo in evidenza due cose. La prima è che il presidente tedesco Harro Struckberg risponde solo a logiche elettoralistiche e non ha in nessun conto il bene e lo sviluppo dell'hockey su pista. Del resto, una persona con un minimo di senso dela decenaz avrebbe rassegnato le dimissioni di fronte al clamoroso fallimento dell'operazione Mozambico (che avrebbe dovuto ospitare questi mondiali), voluta fortemente da Struckberg contro il parere di tutte le potenze dell'hockey e naufragata di fronte all'inadeguatezza della Federazione Mozambicana e delle strutture ricettive e sportive di quel poverissimo paese. Anche il ripiegamento su San Juan (ad appena 10 anni dal mondiale del 2001) aveva lasciato alquanto perplessi.
Ieri, di fronte ai dirigenti hockeystici di tutto il mondo, Struckberg ha fatto valere il dato incontrovertibile che per la Francia sarebbe il primo mondiale organizzato in casa e che quindi non c'è gara con l'Italia (che, per la cronaca, ha ospitato l'ultimo mondiale nel 1993 a Sesto San Giovanni). Del resto la Francia è una fedelissima del presidente del Cirh, mentre l'Italia (così come la Spagna e il Portogallo), il dirigente tedesco non se lo fila poco.
L'Italia, però, non è priva di rappresentanza ad alto livello. A parte il fatto di esprimere il presidente mondiale del pattinaggio(che però difficilmente si sporcherà le mani in questa vicenda a un anno dalla scandenza del quadriennio olimpico e dal rinnovo delle cariche), è italiano anche il vicepresidente del Cirh: è il salernitano Francesco Rossi che è anche consigliere federale. Visto il risultato finale, deve avere giocato benissimo le sue carte... Forse non sarebbe male che, magari nel corso dei prossimi stati generali dell'hockey su pista, il consigliere Rossi (che la stragrande maggioranza dei dirigenti di società non ha mai avuto l'onore di vedere e conoscere) si presentasse a relazionare su come sia stata possibile una tale disfatta politica su un punto così qualificante per lo sviluppo dell'hockey italiano.