Diciamolo subito: tanti investimenti per un mondiale di hockey su pista non si erano mai visti. Oltre 100 milioni di euro sono stati spesi in occasione dell'evento che inizierà con la partita inaugurale Angola-Sudafrica il 20 settembre e si chiuderà 8 giorni dopo, sabato 28 settembre, con la finale iridata. Investimenti che non serviranno sono per il mondiale di hockey, ma che aiuteranno un paese uscito da poco più di 10 anni dalla guerra civile, a fare un altro passo sulla strada della normalità e dello sviluppo.
Come è noto, il mondiale si disputa in due sedi distanti tra loro quasi mille chilometri: la capitale Luanda e la città meridionale di Namibe, al confine con l'omonimo deserto. Proprio Namibe sarà la sede del gruppo D di cui fa parte anche la nazionale azzurra. La seconda fase del mondiale si disputerà interamente a Luanda, sfruttando due distinti impianti per il tabellone 1°/8° posto (Luanda Arena) e per quello 9°/16° posto (Pavilhão da Cidadela).
Le partite del 41° Campionato del mondo si disputeranno in due modernissimi impianti costruiti per l'occasione i cui lavori di realizzazione termineranno nei prossimi giorni. La Luanda Arena è un palasport da 12.700 spettatori che gli organizzatori contano di riempire ogni sera, supportati da una campagna promozionale a tappeto e dall'entusiasmo nazionalista che l'accompagna. La Namibe Arena è decisamente più piccola, 3.000 spettatori, e sarà molto più difficile da riempire sia perchè Namibe conta circa 130mila abitanti (contro i 2,5 milioni di Luanda), sia perchè mancherà il traino della squadra di casa. Il pubblico africano potrebbe "sposare" i cugini del Mozambico, creando qualche grattacapo in più agli azzurri.
Se Luanda vanta già una serie di strutture alberghiere di livello internazionale, a Namibe è stato costruito ex novo un moderno hotel (l'Infotur) che ospiterà tutte le squadre gli arbitri e il comitato organizzatore. A Namibe di nuovo c'è anche l'aeroporto (inaugurazione prevista il 6 settembre) e sono stati approntati presidi sanitari ad hoc per fare fronte a tutte le possibili emergenze legate al mondiale. Luanda potrà invece contare su un piano di riqualificazione delle zone urbane direttamente interessate dal mondiale da oltre 10 milioni di euro: interventi di tipo sanitario, illuminazione pubblica, opere di moderazione del traffico, abbellimenti in genere: un vero e proprio restyling.
Le due preoccupazioni principali che hanno accompagnato la scelta del Cirh di disputare il mondiali in Angola sono i problemi legati alla salute e alla sicurezza delle delegazioni. Sul primo fronte, oltre alla già citata riqualificazione di Luanda che si porta dietro anche una complessiva sanificazione, lo sforzo degli organizzatori si è concentrato sul potenziamento dei centri di primo intervento e sugli ospedali. Per i casi più gravi c'è addirittura un aereo attrezzato per il trasporto sanitario pronto a partire dall'aeroporto di Luanda in qualsiasi momento. La sicurezza dei partecipanti sarà invece garantita da 3.000 uomini delle forze dell'ordine (1.800 a Luanda e 1.200 a Namibe) che vigileranno 24 ore su 24 sui protagonisti del mondiale.
La macchina organizzativa angolana potrà contare su 174 volontari appositamente selezionati e formati, molti dei quali hanno già fatto esperienza in altri eventi organizzati di recente in Angola. Imponente anche la campagna promozionale messa in campo dagli organizzatori che da due anni non perdono occasione di fare promozione a questo evento in tutto il mondo; non a caso gli striscioni "Angola 2013" e il logo del mondiale erano presenti già a San Juan 2011, ma anche in occasione di tutte le finali di coppa europee. Ma è sul fronte interno che la promozione dell'evento sta facendo gli sforzi maggiori con l'obiettivo di riempire gli impianti di gara, sempre e comunque: una bella impresa per una nazione in cui l'hockey ha tradizione, ma non certo un seguito popolare.
Quel seguito che gli organizzatori sperano diventi uno dei prodotti duraturi di questo mondiale. Per raggiungere questo obiettivo serve una nazionale angolana vincente e nulla è stato lasciato al caso nemmeno in questo campo. L'Angola prepara da anni il suo mondiale con lunghi stages di preparazione in Spagna e in giro per il mondo. Dopo l'exploit di Vigo (6' posto con tanto di 5-2 alla peggior Italia di sempre, giunta settima), la debacle di San Juan (11' posto) non ha scoraggiato gli africani che, anzi, si sono dati da fare con una "campagna acquisti" fatta di naturalizzazioni di un paio di atleti portoghesi e del 35enne argentino Martin Pajero in grado di rendere la squadra fortemente competitiva. Il possibile incrocio Italia-Angola ai quarti di finale, dentro a una Luanda Arena prevedibilmente strapiena, sarà uno dei momenti chiave di questo primo, attesissimo, mondiale africano.