Eddy calzò i pattini per la prima volta alletà di 6 anni e fece la trafila in tutte le categorie giovanili del Trissino. Arrivò in prima squadra in età da juniores, trovandosi a fianco di giocatori davvero esperti come Rigo e Valverde. Tranne una parentesi di un anno a Breganze, Eddy ha passato tutta la carriera a Trissino. Ma il suo curriculum sè pure tinto di azzurro: 2 Europei Under 16, 2 Europei Juniores, 1 Europeo Senior, poi nel 97 anche un Worl Game a fianco dei gemelloni Michielon.
Nativo di Montecchio Maggiore, per lunga pezza legato a Trissino, da nove anni Eddy Randon risiede stabilmente a Valdagno e ci tiene a dirlo.
-Quanto al ruolo si ritiene proprio un difensore?
Lo sono sempre stato. Ma voglio puntualizzare che non mi ritengo un difensore puro, perché mi piace sganciarmi. In questo ruolo sono riuscito a fare gol, anche 25 in una stagione.
-Una carriera lunga, cosa le è rimasto impresso di particolare?
Una partita da infarto con il Trissino in serie A, quando le partite non potevano finire in parità. Quella volta avevamo di fronte il Monza e andammo sotto per 2-0. Sembrava finita, ma prima arrivò il pari con Rigo poi segnai il rigore decisivo.
-Nelle ultime due stagioni ha sorpreso tutti perché ha proposto una forma smagliante tanto che gli addetti del settore lhanno definita come il Randon del periodo doro. Comè stato possibile?
Rispetto alle precedenti stagioni è cambiato decisamente lapproccio. Con larrivo di Gaetano Marozin lambiente è diventato più professionale. Poi ho avuto la fortuna di avere accanto giocatori di grande livello e questo mi ha permesso di tornare a esprimermi al meglio. Ci tengo comunque a dire che non mi sono mai sentito di avere un posto fisso.
-Dopo così tanti anni di permanenza a Trissino qual è il ricordo che rimane?
Quello di una bella esperienza. Sono stati anni buoni, conditi da un bel rapporto sia con la società che con la gente del posto.
-Come è maturato il passo verso Valdagno?
Alla mia età stare fermo anche per un solo anno sarebbe stato pericoloso perché il giocare ancora ad alti livelli era quasi impossibile.
-Ma ce anche dellaltro?
Eccome! Uno dei motivi che mi ha spinto a fare il passo è stato quello di sapere di avere ancora come compagni Oviedo e Tataranni. Sono felicissimo perché con loro, prima che come compagni di gioco, mi sono trovato bene come persone. Ancora, qui a Valdagno ho trovato stimoli che cercavo e volevo per una stagione ad alti livelli. Come non bastasse, con il Valdagno potrò partecipare allEurolega, un traguardo finora mai toccato. Assieme ai compagni si punta a fare davvero una grande stagione.
-Per lei non è proprio il caso di tirare in ballo problemi di amalgama e di inserimento
Sono daccordo. Lambiente non è per niente nuovo, lo conosco benissimo e anche laria che si respira. Valdagno è una città che vive di hockey.
-Che impressione sè fatto di questo gruppo?
Va premesso che già lanno scorso il Valdagno ha disputato un buonissimo campionato piazzandosi al quarto posto. Lobiettivo ora sarà quello di mi-gliorarci, lottando fino in fondo per lo scudetto.
Lavventura comincia domani, mercoledì 19, con il primo giorno di raduno: alle 10 seduta di preparazione atletica alla pista Lido, poi alle 19 bis stavolta al PalaLido agli ordini del preparatore atletico Lorenzo Pieropan.
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