Il Seregno limita i danni in Spagna e spera nel ritorno

ALCOY - SEREGNO 2-0
ALCOY: Navedo (p), Parìs, Candanedo, Cancela, Canellas, Santiago, Pérez, Gil, Garcìa, Tarrazo (p). All. Mir
SEREGNO: Fontana (p), Marchini, Squeo, Mariani Mir., Illuzzi, Mariani Mat., Bertran, Mastropierro, Di Biase (p). All. Colamaria
MARCATORI: Candaneso (A), Cancela (A).
RISULTATO PRIMO TEMPO: 1-0
RISULTATO SECONDO TEMPO: 1-0

Torna dalla Spagna con una sconfitta l'Ingraph nel turno preliminare di coppa Cers, ma il 2-0 subìto per mano dell'Alcoy tiene comunque vive le speranze di qualificazioni della truppa allenata da Tommaso Colamaria in vista del ritorno che andrà in scena a dicembre sulla pista amica del PalaPorada. Con un pizzico di fortuna in più i biancoverdi avrebbero anche potuto uscire indenni dalla pista dell'Alcoy (o almeno con una sconfitta di misura...), ma complice qualche scelta arbitrale discutibile, ma soprattutto qualche errore di troppo dei seregnesi, gli iberici hanno fatto loro il match. “Il 2-0 potrebbe comunque essere un buon risultato, certo se fosse finita 2-1 o 1-0 era sicuramente meglio” ha detto a caldo il diesse seregnese Giuseppe Pinciroli che analizza il match disputato dall'Ingraph nella comunità autonoma valenciana, nella provincia di Alicante. “Abbiamo disputato una buona partita, probabilmente avremmo dovuto tenere più il possesso ed invece abbiamo provato spesso conclusioni che difficilmente avrebbero potuto avere successo, ma nel complesso anche questa volta non si può rimproverare nulla ai ragazzi. Hanno lottato sino alla fine”. L'Ingraph, sotto di un gol al termine della prima frazione, ha avuto diverse chance per riequilibrare il match, ma nell'unica disattenzione di tutta la ripresa ha subìto il secondo gol dell'Alcoy. “Siamo stati un po' ingenui – sottolinea Pinciroli – avevamo retto l'urto nonostante l'uomo in meno poi, non appena Squeo è rientrato, siamo andati in due su un giocatore lasciando libero il giocatore che poi ha realizzato il 2 a 0. Un vero peccato”. Al PalaPorada servirà una super Ingraph, la missione è difficile ma non impossibile.

Marco Caldirola