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Il rispetto delle regole è per tutti il primo dovere


Scritto da Marcello Bulgarelli - Pubblicato il 18/05/2010
In merito a quanto riportato nel comunicato del Forte dei Marmi, ci tengo a fare alcune considerazioni. Le faccio dal punto di vista personale, con l'esperienza di dirigente che ho maturato in questi 12 anni al seguito del Correggio Hockey e, in particolare, del suo settore giovanile.
Troppe volte, in questi anni, ho visto disattese norme e regolamenti in nome di una presunta tutela dei giovani atleti. Frasi del tipo "concedere a chi se lo è sudato e guadagnato, di accedere alla fase finale" mi lasciano alquanto perplesso, per non dire di peggio.
Chi ha mancato di rispetto a questi atleti? Una Federazione che decide, bontà sua, di far rispettare il regolamento? Oppure una società che non si accorge che a pag. 1 delle citate norme per l'attività giovanile c'è scritto testualmente: "I nati 2000 possono svolgere solamente attività zonale, pertanto non potranno partecipare ad eventuali finali nazionali di categoria"?
Questa norma non è nata per caso. E' stata discussa per ore nel corso della riunione delle società a Valdagno a giugno 2009. E probabilmente sarò nuovamente discussa per ore nella prossima riunione di Viareggio. E' stata scritta così con l'accordo delle società, nei limiti che il Settore Tecnico ha posto.
Fare finta, ora, che questa norma non esista, significa prima di tutto mettere in difficoltà coloro che questa norma l'hanno letta, spiegata ai propri atleti (o meglio, ai loro genitori), giustificata e difesa nel suo intento "pedagogico" e di conseguenza assunto decisioni difficili rispetto ai nati nel 2000.

Aggiungo, per dovere di cronaca, che non è la prima volta che alle finali arrivano squadre che si sono "dimenticate" di leggere le norme. In occasione delle finali 2006 a Correggio e Mirandola c'erano ben due squadre "fuorilegge" che si presentarono alle finali di coppa Italia con sei atleti soltanto: Molinese e Forte dei Marmi. Per loro fu fatta una deroga su due piedi, per evitare di dover rimandare a casa i bambini. Entrambe queste squadre vinsero la coppa Italia di categoria, con buona pace di chi le regole le aveva rispettate tutte dalla prima all'ultima. Sette giorni dopo, alle finali di campionato, il Lodi venne rimandato a casa per lo stesso, identico, motivo.

Chiudo con un consiglio a tutti i dirigenti, di tutti i livelli. Dedicare qualche ora delle vacanze estive a leggersi le regole e le norme di questo sport aiuta tutti a non commettere errori. E se si trovano incongruenze è bene segnalarle a chi di dovere per avere norme più coerenti e certe.
Se non facciamo questo tutti insieme cresceremo mai.
Non è solo la Rai o il numero di spettatori a fare la differenza. C'è anche l'impegno di tutti a fare in modo che questo sport dia il meglio di sè. E questo, troppo spesso, manca del tutto.
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