“La nostra è una società seria, impostata come una grande famiglia. Impegno profondo, massima volontà e trasparenza saranno i pilastri su cui si fonderà la nuova avventura della stagione agonistica 2013-2014, che ci apprestiamo a vivere da protagonisti”. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal presidente Nico Cracco nel corso della conferenza stampa con cui, mercoledì alla Pista Lido, Hockey Valdagno 1938 ha dato ufficialmente il via alla nuova stagione agonistica. Il Presidente si è detto emozionato nel presentare “una squadra competitiva che darà importanti soddisfazioni”.Ha confermato la fiducia della società nei confronti dell’allenatore Franco Vanzo, in quanto già ampiamente meritata sul campo, dello staff tecnico, confermato in toto rispetto allo scorsa stagione ed ha auspicato che la squadra identifichi in Carlos Nicolia il proprio capitano. Ha ribadito come l’obiettivo prioritario della nuova società sia quello di fare “cose belle, fatte bene e alla luce del sole. Ho maturato alcune esperienze in altri sport – ha sottolineato – e so bene come a fare la differenza sia il rapporto che si instaura fra i giocatori, la squadra e la società. Questi sono presupposti imprescindibili per il raggiungimento di obiettivi importanti in qualunque esperienza agonistica.”
L’evento è proseguito quindi con la presentazione della squadra: Riccardo Gnata, ormai una sicurezza e titolare della Nazionale; Diego Nicoletti, autentica colonna della difesa; Carlos Nicolia per il quale ogni presentazione sarebbe superflua; Massimo Tataranni al suo ritorno a Valdagno dopo una buona annata a Lodi; i “nuovi” Platero, Rodriguez, nazionali argentini, e Sergio Festa proveniente dal Lodi, oltre alle giovani speranze Pertegato, Bicego e Giulio Cocco, che sapranno sicuramente conquistarsi ampio spazio. Una rosa di tutto rispetto, quindi, con i giusto mix di esperienza ed entusiasmo, che saprà sicuramente onorare il glorioso passato dell’hockey valdagnese.
Rispondendo ad una domanda di Giorgio Zordan, giornalista de “Il Gazzettino” il presidente Cracco ha confermato l’impegno e la volontà di portare avanti il cammino della prestigiosa squadra valdagnese, pur affrontando e superando numerose problematiche createsi nel passaggio tra la vecchia e la nuova società. Nel rispondere a Giannino Danieli de “Il Giornale di Vicenza” che gli ha chiesto se resterà al vertice della società solo per un anno, Cracco ha affermato che “la voglia ed il desiderio di operare bene aiuteranno a superare bene tutti gli impedimenti”.
Si è parlato, infine, degli aspetti tecnici: fra quattro giorni sfida con il Viareggio per la Supercoppa: a che punto è la preparazione? Il tecnico Vanzo ha confermato che la situazione è effettivamente anomala, a causa del recente impegno di sei giocatori con le rispettive nazionali, ma che si partirà subito con due allenamenti giornalieri e che, successivamente, saranno effettuati dei test per rimodulare la preparazione in base alla situazione in atto. Vanzo ha inoltre affermato di ritenere che anche la preparazione di altre squadre sia, al momento, imperfetta e che gli impegni siano molti ed importanti, compresa una Coppa Italia quest’anno riformulata, con le prime otto squadre in un unico raggruppamento. “Non vi sono particolari preoccupazioni – ha concluso – l’importante è arrivare in fondo con la testa e con le gambe!” Il presidente Cracco ha quindi completato la presentazione dello staff con Sergio Sperman, vicepresidente, Franco Perin segratario, Enrico Acerbi responsabile del settore Comunicazione assieme all’Addetto Stampa Maria Ronconi, Luca Refosco direttore sportivo e addetto al settore giovanile e Nicola Scheggia, tutti protagonisti nell’impegno comune di operare al meglio per la squadra, in primis, per la società, e per lo sport valdagnese.
Al termine dell’incontro ho chiesto ad Enrico Acerbi quali siano state le motivazioni che hanno spinto questo gruppo di imprenditori e appassionati a prendersi carico di una realtà così complessa da gestire; mi ha risposto con questa frase: “ Un giorno, passeggiando, sentii dei bambini giocare in un parco e cantare a squarciagola <> . In quel momento capii che la nostra città non poteva privarsi di una delle poche gioie rimaste e che era nostro dovere, di cittadini e di tifosi, tentare di salvare il possibile.”
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