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Il Comune di Giovinazzo premia Gianni Massari con l'onoreficenza alla carriera


Il Sindaco del Comune di Giovinazzo ha conferito l’onorificenza alla carriera a Gianni Massari con la seguente motivazione: «Per la generosa dedizione, passione ed impegno profusi in favore della comunità giovinazzese nella promozione della cultura dello sport per diverse generazioni di giovani elevando a livello Nazionale ed Internazionale il nome della Città di Giovinazzo».

Scritto da Redazione - Pubblicato il 24/11/2012 - 12:43 - Ultima modifica 27/11/2012 - 23:14

Il Primo cittadino di Giovinazzo Tommaso Depalma lo ha fatto sabato 17 novembre non nell’aula consiliare ma nel palasport di via A. Moro tra il primo e secondo tempo della gara di serie A1 di hockey AFP-Bassano. Lo ha fatto sulla pista che il Professore progettò (insieme ai tecnici comunali) nel 1983 e per la quale fu un energico propulsore per la costruzione. Onorificenza conferita ad un alchimista dello sport che ci ha guidato per quasi 50 anni (dal 1964) nel suo viaggio a conoscere tutti i gradi della sua «missione». Apprezziamo quindi la lucidità intellettuale di qualche attuale amministratore anche se l’onorificenza doveva essere consegnata 20 anni prima, al culmine della sua carriera. Fa lo stesso. Ci è piaciuto riassaporare per una sera il sorriso a mezzaluna felice e vincente del Professore che era diventato un museo nell’anima e ripensare un attimo al suo hockey di stimoli e di idee destinato a rivoluzionare il mondo.

Gianni Massari ufficialmente è rimasto lontano 15 anni dal rettangolo di gioco ma è come se fosse stato sempre presente a bordo campo con il suo hockey avveniristico a disegnare sempre alchimie tattiche (per tale motivo fu definito dai giornalisti spagnoli «El Architeto dell’Hockey») che andavano oltre «il sistema denominato Jei» o dell’«Uno a tenere», della «1/2 luna», del «Contrè», del «Grappolo», dell’«Uno alternato», ecc. (con centinaia di soluzioni di attacco per ogni sistema), in un momento in cui l’hockey si è involuto tecnicamente dopo la partecipazione dimostrativa alle Olimpiadi di Barcellona 92. Quindici anni fuori dal mondo dell’hockey e un futuro costruito addirittura fuori dallo sport. Una laurea in Economia e Commercio ed un presente da cattedratico in materia, questa volta, in Sicurezza del Lavoro.
L’alchimista della nazionale di hockey più amata, più forte di tutti tempi (tre titoli Mondiali, 12 Europei, 2 Coppe Europee, ecc.) ha interrotto a tradimento il suo viaggio come Velasco o Montali ma non per vendere i suoi segreti alla corte di Cragnotti o Moratti o per far politica, ma per godersi il suo tempo senza il quale i romanzieri non avrebbero parlato ancora meglio cosa è stato il Professore. Già il Professore che senza fare molto rumore circa 50 anni fa salì sul pulpito, a Giovinazzo, predicando pane, amore, pattinaggio corse ed hockey ad un drappello d’anime candide, che si divertivano con i pattini a suonare anche le chitarre e la batteria. Quel drappello di suonatori però incominciò a far sentire la propria sinfonia e a conquistare il mondo. Così la parola di Massari aprì le porte ed entrò dentro le case contagiando ben presto una intera città. Perché la gente vedeva e credeva. E imparò tutta a camminare sui pattini. A molti quell’uomo ha disegnato i volti, temprato animo e corpo e consegnato le tavole del successo. Quelli incominciarono a chiamarlo «Professore». Il Professore che ha plasmato dal nulla uomini e campioni. Il Professore che ha costruito a Giovinazzo un tempio votivo al coraggio e alla fantasia hockeistica: battiti ed emozioni di una città pulsante che sorrideva con l’hockey ad una realtà che si faceva difficile. Che reclamava con l’hockey il diritto ad un’esistenza migliore.

Per meglio comprendere quello che il Professore ha fatto a Giovinazzo con l’AFP è opportuno analizzare alcuni dati statistici: n. 24 titoli di Campione d’Italia (di cui 5 nel settore corsa e 19 nell’Hockey Pista; 2 Record del Mondo da lui stesso battuti nel 1969; 1 Coppa delle Coppe 1980 (prima volta per una squadra italiana e con giocatori costruiti da lui medesimo). E soprattutto oltre 2.000 ragazzi sottratti dalla strada ed educati al rispetto delle regole, almeno in sua presenza.
Anche in campo internazionale Massari ha sbancato. Oltre ai titoli mondiali vinti che qualche sciocco ebbe il coraggio di etichettare come figli della fortuna, fanno specie, in maniera inequivocabile i 9 titoli di Campione d’Europa JR. su 16 anni di partecipazione, con giocatori sempre diversi. A completamento degli altri anni vi furono 4 medaglie d’argento e 3 di bronzo.

Da quando il professore non conduce più l’Italia il nostro Paese è salito sul podio pochissime volte (ma sul gradino più basso), raggranellando solo sconfitte e risultati internazionali altamente deludenti. Gianni Massari lo chiamano con assillo da ogni angolo del mondo perché il professore ti cura anche l’anima. Uno dei tanti innamorati è l’allenatore della squadra nazionale Argentina di Hockey Gerardo Salinas che ha sempre continuato a seguire le metodologie insegnate dal Professore. C’è poi l’ex allenatore di calcio Castagnino del Molfetta calcio che conquistò nel 1991 un eroico 4° posto in C2 con il sistema del «grappolo» del Professore, (soprattutto sui calci d’angolo), quando al girone d’andata lo davano già per retrocesso. C’è persino mago Ratko Rudic che alla guida della nazionale italiana di pallanuoto si aggiudicò la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992, adottando il sistema a «Taglio piatto/Lady» che gli aveva consegnato a bordo vasca mentre la Nazionale di Massari conquistava il gradino più basso del podio. Mago per mago, c’è anche chi come il nostro concittadino Vincenzo Aniello da quell’angolino di cielo continua a recitare la lauda al suo Maestro Massari perchè gli passava schemi e le alchimie tattiche hockeistiche che venivano in parte trasfuse nel calcio a 5. «Al calcetto non occorre essere un Maradona, non importa quanto corri, ma dove corri e perchè corri»: così parlava Vincenzo Aniello per bocca del Professore ai suoi discepoli, che non erano la Roma Barilla ma arrivarono comunque a contendersi nelle finali al Foro Italico di Roma lo scudetto della disciplina.

Ma, lei, Prof. Massari, tornerà mai ad allenare? «Alleno tutti i giorni me stesso ed atleti di hockey e di diverse discipline, compreso arbitri. Tuttavia, condurre una squadra di hockey, durante le partite, soprattutto in trasferta, facendo in bus migliaia di km è difficile che ora lo faccia». Il prof. continua a disossare i suoi pensieri continuando a barricarsi nel suo subconscio. Il cuore gli dice di riaprire l’armadio e scacciare tutti gli scheletri e i fantasmi del passato, ma la saggezza contrasta e sovrasta il suo cuore. E questo ingigantisce il suo disagio umano. Ci sarebbero rancori, delle offese ricevute (soprattutto da coloro a cui ha dedicato più tempo ed amore) e che difficilmente possono essere cancellate. Il tempo corre infatti sul filo dei ricordi: A.S.H. Giovinazzo -Salerno, incontro di play - off, anno1994. Sulla panchina ospite sedeva Massari. Insulti, minacce proferite dalla sua gente misero alla gogna la sua dignità di uomo prima e di allenatore poi. Un vecchio adagio giovinazzese recita: «Accet a compar!!!». Corsi e ricorsi storici ci riconducono ad un passato hockeistico non nuovo a simili episodi con altri uomini.

Intanto Massari ha ripreso la cattedra dell’hockey: è Direttore dal 2011 della Scuola Italiana degli allenatori di Hockey (Pista e Line), ma a bordo-campo forse ha raggiunto il titolo più importante della sua vita. In meno di un anno (da gennaio 2011), con i ragazzi terremotati di Mirandola che vivono ancora nelle tende ha vinto lo scudetto under 15, la Coppa Italia U.17 e, soprattutto il 4 novembre scorso l’Eurohockey a Barcellona (titolo europeo di categoria per società), battendo 14 squadre partecipanti. «Per la prima volta - confessa Massari – ho pianto insieme ai ragazzi». Non l’aveva fatto con lo scudetto del Giovinazzo nè con la conquista dei titoli mondiali. Ma l’emozione è stata così forte in quanto questo successo è giunto addirittura dopo un periodo lunghissimo di assenza dall’hockey.
Ma, lei, Professore, tornerà mai più ad allenare il Giovinazzo? «Sinceramente non lo so. Può anche darsi ma pesa molto il fare con passione ed entusiasmo senza la benché minima riconoscenza, sottraendo tempo e denaro alla famiglia ed alle proprie attività».
Parola di Gianni Massari, l’alchimista di Giovinazzo.

Sergio Pisani
tratto da La Piazza - www.giovinazzo.it

Parole chiave: Giovinazzo, Gianni Massari,
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