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Gina Martino ritorna al mondiale dopo dieci anni dall'esordio


Intervista a quella che è unanimemente considerata la portabandiera dell'hockey femminile italiano che si prepara a tornare sulla pista di un mondiale dopo 10 anni di assenza. Un'attesa dominata dall'incertezza sulle reali potenzialità della squadra e sulla crisi di un settore, quello femminile, ridotto ormai ai minimi termini.

Scritto da - Pubblicato il 23/09/2006
Parlare con lei è come aprire una porta sulla storia del mondiale di hockey femminile per sbirciare quello che è stato dalla metà degli anni novanta e fantasticare su quello che sarà. Per trovare un anello di congiunzione tra passato e presente fino a scoprire che poi quasi nulla è cambiato. E allora ci si rende conto di quanto sia più complicato vestire di azzurro 5 ragazze sui pattini che 11 uomini che corrono dietro ad una palla.
Ecco perché l’Italia dell’hockey femminile ritorna al mondiale dopo 10 anni, e quella del calcio festeggia il 4^ titolo dopo 24.
I numeri, il business, e la presa sul pubblico è affare degli sport cosiddetti di serie A, o di quelli olimpici (tra i quali l’hockey su pista non è annoverato), di quelli che spostano masse, o semplicemente riempiono i palazzetti. Ma a Gina Martino “il contorno” non importa: è lo sport che sceglie te, e se ora a 26 anni è al suo secondo mondiale (a Santiago del Cile dal 30 settembre all’8 ottobre), lo deve all’hockey che l’ha scelta a 5 quando ancora giocava con gli amichetti.
Lei, giovinazzese di nascita, non poteva rimanere indifferente al richiamo dei pattini che vedeva lasciati in ogni angolo della casa da fratelli e cugini. E poi c’era il mito della Afp Giovinazzo, della coppia più bella, Frasca e Marzella, della febbre del sabato sera, i tempi in cui pareva che tutti volessero una pista sotto casa per scorrazzare con quegli aggeggi ai piedi. Gina non faceva eccezione. Solo che nella grande Giovinazzo non avevano pensato ad un Frasca o ad un Marzella in gonnella.
A Molfetta sì. Ci si mise pure lei a rinfocolare la storica rivalità hockeystica tra le due città, ma è lì che a 13 anni sotto la guida di Michele Poli Gina diventò per tutti i maschietti e la punta di diamante dell’Hockey Ragazze Molfetta di cui fece parte fino al 2001 prima di approdare in Portogallo: ad Alcobaca per un anno, e poi per 4 al North Coope.
Ma prima ancora ci sono i mondiali del ’96 in Brasile con ct proprio Francesco Frasca, l’idolo di sempre. Gina ha 16 anni ma in campo è lei la più grande. L’Italia va avanti, arriva in finale e si arrende ai soliti rigori, ai soliti verdeoro. La delusione è tanta anche perché agli Europei Gina assaggia l’amara e scomoda posizione di eterna seconda fino a quando di azzurro non si vestirà più per 10 anni (qualche Europeo escluso).
"E pensare che sono stata io a supplicare l’attuale presidente della Federazione Hockey, Sabatino Aracu, a partecipare ai mondiali – racconta l’esterno azzurro in ritiro a Viareggio - ricevendo un secco no per problemi economici. Poi non so cosa sia cambiato. Solo mi dispiace presentarci con una squadra che non possa pretendere al titolo: i club italiani sono diminuiti drasticamente e la scelta delle giocatrici non è ampia per avere una qualità all’altezza dei mondiali. Le veterane siamo io e la 30enne Chiara Marchesini, e contro l’Argentina, detentrice degli ultimi due titoli, il Brasile o il Portogallo, serve ben altro".
Per Gina l’Italia del ct Francesco Marchesini non sarà nemmero tra le prime tre, e questa disamina crudele ma da intenditrice non le fa dormire sonni tranquilli, perché anche il “dopo” è tutto un punto interrogativo, ora che la sua squadra portoghese non le ha rinnovato il contratto per tagliare i costi. Se la cosa può far sentire meglio, la crisi dell’hockey non è solo un male italiano. Purtroppo. Cercata da Eboli e Viareggio, la Martino forse tornerà a Molfetta, e lo farà in grande stile giocando con i ragazzi della Promove anche se in B. Scelta di polso, anticonformista, un po’ provocatoria, ma certamente da Gina Martino più di quanto si possa credere.

Marianna La Forgia
La Gazzetta del Mezzogiorno
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