Follonica vince la coppa in scioltezza

Cinquanta minuti di ordinaria amministrazione per arrivare al più scontato e apparentemente semplice dei successi.
Dopo la supercoppa italiana vinta con il Bassano, il Follonica fa posto in bacheca alla sua seconda coppa Italia consecutiva figlia del doppio successo contro il Prato.
Dopo l'8-4 della gara di andata era fin troppo facile pronosticare il successo dei campioni d'Italia; il compito è stato ancora più facile del previsto perchè ad un Follonica che controllava senza esagerare ha fatto eco un Prato incapace di pungere. Ne è uscita una partita non bellissima, iniziata in modo quasi noioso, che ha cambiato volto quando i maremmani hanno deciso di cambiare il ritmo e con Alberto Michielon prima e Mirko Bertolucci poi hanno messo alle spalle di Stagi il 3-0 che ha chiuso la pratica ancor prima nell'intervallo.
Nella ripresa è stata accademia, con il Prato capace solo di reggere la parte di vittima predestinata senza riuscire nemmeno a pensare a qualche contromossa. Troppa la differenza tra le due squadre e questa volta non c'era un Abalos pimpante come all'andata a fare del male alla difesa maremmana. Con la partenza di questo argentino il nostro campionato perde uno degli stranieri più interessanti, uno di quelli che avrebbe senso tenersi stretto perchè porta valore nelle squadre in cui gioca. Peccato che se ne torni in Argentina e buona fortuna a lui e ai suoi studi.
Prima di alzare al cielo la coppa Italia, c'è stato il tempo di assistere a qualche scampolo in pista per Massimo Mariotti, uscito anzitempo per doppia ammonizione (unico in una gara fin troppo corretta).
Follonica ha già due trofei nella bacheca stagionale, ma adesso inizia la vera stagione che conta. Domenica i campioni d'Italia iniziano la sfida infinita con la squadra più forte del mondo, il Barcellona. In palio ci sono la coppa continentale e il passaggio del turno in Champions League, due traguardi ambiti (soprattutto il secondo) da entrambe le formazioni. E' qui che il Follonica deve dimostrare di non essere leader soltanto in Italia, ma anche nel vecchio continente. E' lecito crederci e a sperarlo è l'intera Italia hockeystica.