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Ferruccio Govoni: 'Riportare gli atleti al centro dell'attenzione'


Abbiamo fatto qualche domanda a Ferruccio Govoni, unico avversario di Sabatino Aracu per la carica di presidente della Fihp. 'Le società sono state abbandonate a loro stesse -ci ha detto- vanno aiutate nella promozione anche attraverso l'accordo con gli enti di promozione sportiva'

Scritto da Redazione - Pubblicato il 18/12/2008
Quali sono le tre ragioni più importanti per cui, secondo lei, un presidente di una società FIHP dovrebbe esprimere il voto alla sua persona e alla sua cordata?
"Rinnovo delle persone, rinnovo delle idee, rinnovo dei programmi, ma soprattutto una maggiore sensibilità e disponibilità nei confronti della base".

Aracu ha profuso un grande impegno, come presidente FIHP e come presidente FIRS, per portare il pattinaggio alle Olimpiadi. Secondo lei questa è ancora una priorità?
"Le Olimpiadi sono un passaggio importante e il lavoro svolto non va disperso, ma credo che adesso dovremmo confrontarci con dei problemi gestionali quotidiani come le società che non riescono più ad andare avanti nella loro fondamentale attività di promozione quotidiana o gli atleti abbandonati a loro stessi. In ogni caso è importante sapere che per entrare alle Olimpiadi prima vanno cambiate molte regole del nostro sport altrimenti parliamo di niente".

Il mondo dell'hockey su pista si sente un po' discriminato all'interno della FIHP: poco peso politico, pochi soldi... e nella sua cordata anche pochi consiglieri, nessuno dell'hockey su pista. Non crede che, in caso di una sua vittoria, ci possa essere una scissione, magari favorita dalla crescente popolarità della disciplina?
"La parola discriminato la usa Lei e io posso anche condividerla, ma le confesso che, all’atto pratico, ho trovato molta difficoltà a trovare persone che si candidassero con me. Ma non solo: ho trovato grande difficoltà per gli accrediti, quindi ho candidato l’unico consigliere che riuscivo a formalizzare e l’ho scelto dalle file dell’hockey in line perché credo che sia quantomeno doveroso che anche questa specialità abbia un suo rappresentante in Consiglio.
Ad ogni modo devo dire che ho visto il programma sostenuto dalla Lega e mi ha fatto molto piacere trovare in esso qualcosa di definito, poi ovviamente si può concordare o meno, ma in ogni caso credo fermamente che ci siano parecchie possibilità per avviare una fruttuosa collaborazione.
Concludo dicendo che non credo assolutamente alle scissioni, a maggior ragione in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo: oggi è il momento di unirci e di fare programmi condivisi, la crescente popolarità dell’hockey su pista è un’opportunità che dobbiamo saper sfruttare insieme".


Quali sono le tre principali critiche che lei muove ad Aracu e quali le proposte alternative che lei formula?
"Scusa se mi ripeto, ma fondamentalmente credo che oggi le società siano completamente abbandonate a loro stesse e che gli atleti siano diventati solo i comprimari e non più i veri attori del pattinaggio. Io, purtroppo o per fortuna, ho una concezione dello sport molto vecchia secondo cui gli atleti sono i soli protagonisti, i tecnici sono i loro supporti e i dirigenti dovrebbero essere al loro servizio per permettere loro di fare attività liberamente. Per intenderci il sottoscritto, da dirigente di società, ha smontato pattini e raccolto body e tute sporche con molto piacere.
Infine sono fermamente convinto che sia necessario cambiare almeno una parte del Consiglio Federale per creare una nuova dirigenza e per portare avanti nuove idee".


Che clima si attende dall'assemblea del 20 dicembre? Se vincerà le elezioni cercherà un dialogo con il candidato sconfitto oppure farà da solo? E se dovesse perdere, che atteggiamento terrà nei confronti del presidente?
"Noi abbiamo proposto una campagna elettorale aperta e democratica basata non sui toni alti ma solo ed esclusivamente su idee e programmi e spero vivamente che nessuno voglia trasformare un costruttivo dialogo democratico in una rissa!
Comunque, anche in caso di nostra vittoria, credo che l’esperienza di Sabatino sia certamente un buon aiuto per una nuova Federazione e quindi cercherei di farne tesoro.
D’altro canto, se perdessi posso garantire che sarei il primo a stringergli la mano e proporrei il mio movimento come forte e fattiva opposizione che, se vorrà, potrà divenire una costruttiva base per il futuro del pattinaggio".


A quanto pare gli avversari di Aracu vengono in buona dai settori artistico e corsa, mentre dal punto di vista territoriale spicca il presidente regionale dell'Umbria e un paio di nomi dell'Abruzzo, terra d'elezione del presidente uscente. L'hockey, invece, pare seguire Aracu in modo massiccio. Perchè c'è maretta nell'artistico e nella corsa e calma piatta nell'hockey?
"Innanzitutto io non parlerei mai di avversari ma di persone alternative scelte con cura in modo da dare massima rappresentatività al territorio vista la loro estrazione eterogenea che va da Nord a Sud e soprattutto dai molti enti di promozione che abbiamo in Italia.
L’Abruzzo è certamente ben rappresentato, ma vorrei ricordare che esso è sempre stato terra di pattinaggio e d’innovazione: mi piace sempre, per esempio, ricordare il sig. Di Domenico, grande Vice Presidente della prima era Aracu.
Per quanto riguarda la provenienza “disciplinare” devo ammettere che il malcontento che si percepisce nell’artistico e nella corsa è notevole a causa, come già dicevo, di un distacco quasi incolmabile tra la dirigenza e la base e una mancata volontà di ascoltare i problemi di tutti.
Nell’ambiente dell’Hockey invece credo che la Lega abbia contribuito ad una maggiore stabilità e quindi il malcontento di cui sopra è meno presente".


La situazione economica di FIHP, così come quella delle altre piccole federazioni, è sempre più precaria per la progressiva diminuzione dei finanziamenti pubblici. Tra qualche anno questo trend porterà ad un inevitabile collasso o alla drastica riduzione delle attività federali. Come si deve preparare FIHP a questo "evento"? Ci sono all'orizzonte possibili cambiamenti significativi di questa tendenza?
"Molta promozione e accordi con tutti gli enti di promozione per razionalizzare le spese e poi ovviamente tagli ai costi superflui e agli sprechi. Cambiamenti non se ne vedono, secondo me dobbiamo traslare in una realtà di finanziamenti Europei, iniziare a rapportarci con un nuovo interlocutore che si chiama Europa".

Tutti i consiglieri dell'hockey di Aracu provengono dalla pista, nessuno dall'in-line. Ormai è passato molto tempo da quando FIHP strappò l'in-line alla FISG: lei crede davvero che sia stato un affare e che ci possono essere delle sinergie?
"Ebbene sì, credo che sia stato un grande affare. Ma non sono io a crederlo, sono i numeri stessi a dircelo e nello sport i numeri sono fondamentali. E’ interesse di tutti che l’in-line si sviluppi, perché il pattino in linea è divenuto un business e potrebbe diventare una buona risorsa per tutto il nostro mondo. Questo ovviamente non significa demonizzare il tradizionale pattino, anzi: nello sport la competizione è sempre “sana”".

Quali sono le prime tre cose che, se fosse eletto, farebbe nel settore dell'hockey su pista?
"Per prima cosa.. dormirei per una settimana!
Poi incontrerei i Consiglieri dell’Hockey per discutere il loro programma e per apportare in comune accordo alcune innovazioni che ritengo importanti. Infine lavorerei per incrementare le squadre in tutta Italia, incentivandole e premiando chi riesce a costruire vivai giovanili. Penso infine che il girone unico di A2 sia fortemente penalizzante dal punto di vista economico e quindi lavorerei per frazionarlo in competizioni interregionali (trasferte meno gravose per le società) che sfocino poi in playoff a livello nazionale".


Per maggiori informazioni sui progetti di Ferruccio Govoni e della sua cordata è possibile consultare il sito internet www.pattinaggiodomani.org
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