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Ecco il piano di rilancio dell'hockey su pista italiano


Scritto da Redazione - Pubblicato il 04/01/2011
La Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio ha diffuso nel pomeriggio di ieri i documenti di programmazione che contengono le linee guida per il futuro dell'hockey su pista. Inizia così a prendere forma la "rivoluzione" iniziata con il documento sottoscritto da molte società nel corso dell'estate e culminato con gli stati generali di Bologna a settembre dello scorso anno che hanno dato a FIHP il mandato di fare tutto il possibile per invertire la rotta e rilanciare l'hockey su pista italiano.
Se l'autunno ha portato le nomine di Gianni Massari alla guida della Sipar (la struttura federale che forma gli allenatori italiani) e di Massimo Mariotti alla guida della nazionale azzurra (entrambe fortemente sostenute dal presidente FIHP Sabatino Aracu), i due documenti pubblicati ieri dicono quali saranno gli obiettivi da raggiungere a breve e medio periodo sulla strada della riqualificazione e dell'espansione numerica e territoriale dell'hockey pista italiano che resta l'obiettivo finale di tutta la manovra.
Quanto contenuto nei documenti è destinato a diventare immediatamente operativo, dato che tutte le azioni previste sono già state finanziate grazie all'impegno del presidente FIHP Sabatino Aracu che ha fatto approvare dal Consiglio Federale un piano straordinario per il rilancio dell'hockey italiano. Entro la fine del mese di gennaio il Settore Tecnico dovrebbe essere in grado di adattare la propria struttura alle nuove esigenze, dando così il via ad un periodo di profondo cambiamento e, si spera, di rinnovato entusiasmo.
Nelle prossime ore pubblicheremo integralmente i documenti del Settore Tecnico (a firma di Cesare Ariatti) e di Sipar (a firma di Gianni Massari) che in questo articolo proviamo a sintetizzare per titoli. I due documenti sono strettamente interconnessi tra di loro, per cui cercheremo di estrapolare da entrambi i concetti più significativi.

IL PROGETTO "CAMPIONI 2015"
Il nome stesso del progetto ne svela l'obiettivo: portare l'Italia a vincere il campionato del mondo 2015 che FIHP si propone di organizzare proprio nel nostro paese, 22 anni dopo l'ultima kermesse iridata di Monza 1993. E proprio la Lombardia potrebbe ospitare il mondiale se si riuscirà a sfruttare la sinergia con l'Expo 2015 di Milano.
Per arrivare a questo risultato occorrerà rivoltare il mondo dell'hockey come un calzino: organizzazione, formazione, gestione dei campionati e delle squadre nazionali, metodi di allenamento e selezione degli atleti. Guardando a quanto si è fatto in passato con la consapevolezza che quei progetti e quei metodi vanno adattati ad una realtà molto diversa quale è quella di oggi.

LA SELEZIONE DEGLI ATLETI MIGLIORI
Nasce il Settore Nazionale per le attività giovanili di alto livello in cui operano i commissari tecnici delle nazionali U20, U17 e U15 assieme ai migliori tecnici italiani nominati dal Settore Tecnico e da Sipar. Alle attività di questo settore si accede per selezione partendo dai centri regionali di formazione (aperti a tutti gli atleti), poi con i centri interregionali di specializzazione, per approdare infine al centro nazionale di alta specializzazione. Questo centro impegnerà gli atleti selezionati per periodi lunghi (20-25 giorni) e porterà alla selezione delle squadre nazionali giovanili.
Esiste anche un programma di specializzazione per chi non rientrerà nel programma del centro nazionale di alta specializzazione (il cui numero di partecipanti è contingentato in base al budget disponibile). FIHP metterà a disposizione i migliori allenatori, ma in questo caso le spese di vitto e alloggio saranno a carico dei partecipanti.

LE SQUADRE NAZIONALI
Le nazionali sono il prodotto finale di tutto il lavoro impostato dal progetto. Qui occorre distinguere tra gli obiettivi del 2011 (sui quali l'intero progetto "Campioni 2015" non produrrà effetti) e gli obiettivi futuri.
Nel 2011 ci sono in programma due campionati del mondo: quello assoluto a San Juan (Argentina) e quello under 20 a Barcelos (Portogallo).
La conferma di Gaetano Marozin sulla panchina della nazionale under 20 indica la volontà di non interrompere un ciclo iniziato 5 anni fa e che ha portato due argenti europei (uno under 17 e uno under 20). Il tecnico veneto potrà lavorare di nuovo con questo gruppo di ragazzi con l'obiettivo formale di migliorare il 4° posto ottenuto al mondiale U20 di Bassano, ma con il sogno non confessato di poter portare a casa qualcosa di più.
Dall'obiettivo della nazionale U20 deriva il fatto che Massimo Mariotti e la sua nazionale non potranno contare sugli atleti selezionati da Marozin: la preparazione dei due mondiali, infatti, si sovrappone per intero. Il mondiale di San Juan sarà perciò un mondiale di transizione, completamente slegato dal progetto "Campioni 2015". L'obiettivo è fare meglio di Vigo (7' posto), ma non sarà facile. A causa del pessimo risultato di due anni fa l'Italia dovrà battere una grande (Argentina nel girone o Spagna nei quarti) per entrare tra le prime quattro. Massimo Mariotti inizierà a lavorare in agosto a Grosseto prima di spostarsi a Viareggio per terminare la preparazione e trasferirsi in Argentina già a metà settembre per la rifinitura. Che nazionale sarà lo ha già detto lui: ci saranno i migliori, indipendentemente dalla loro età.
Dopo il mondiale di San Juan il metodo di lavoro della nazionale senior cambierà radicalmente. Il prossimo campionato di serie A prevederà soste appositamente pensate per consentire alla nazionale di lavorare tutto l'anno. Gli azzurri metteranno a punto una preparazione itinerante: sarà l'Italia di tutti e tutti potranno vederla all'opera.
Una fase particolarmente delicata del lavoro sulle squadre nazionali toccherà indirrettamente a Gianni Massari. A Sipar è infatti affidato l'incarico di coordinare gli allenatori di tutte le nazionali per ottenre una metodologia unica dell'hockey italiano e consentire alla nazionale senior di utilizzare quelle giovanili come vero e proprio serbatoio.

IL PROGETTO "HOCKEY 365 GIORNI"
Giocare a hockey tutto l'anno e non solo da ottobre a maggio. Questo è l'obiettivo di questo progetto che ha in realtà un altro scopo: fare in modo che gli atleti non interrompano l'allenamento nei periodi di inattività, perdendo in questo modo tempo prezioso e arretrando anzichè avanzare. Si tornerà a giocare a hockey anche in estate, con formule diverse da quelle dei campionati invernali. L'obiettivo è trovare una formula che metta insieme esigenze diverse: allenarsi, giocare, fare promozione.

LA RIVOLUZIONE ORGANIZZATIVA
Una FIHP più vicina al territorio con i settori tecnici regionali, ovvero con strutture in grado di organizzare e gestire l'attività regionale (compresi i centri regionali di formazione e selezione), ma anche organizzare in loco i corsi di formazione per dirigenti, arbitri e allenatori e di fornire servizi alle società. Una struttura snella formata da quattro figure: il consigliere regionale di specialità, i delegati Sipar e CTA della regione, un fiduciario del Settore Tecnico Nazionale. Buona parte del successo dei progetti messi in campo dipenderà dalla capacità di operare dei Settori Tecnici Regionali perchè è da qui che passa un pezzo importante di attività.
I settori tecnici regionali verranno istituiti anche nelle regioni in cui oggi l'hockey non è presente. In questo caso il loro compito sarà quello di creare le condizioni per la nascita di nuove società.

ALLENATORI: ROVESCIARE LA PIRAMIDE
Alla base del rilancio dell'hockey italiano sta la qualità dell'insegnamento fornito ai giovani atleti. Per questo servono tecnici più preparati, soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento dei fondamentali di pattinaggio e di tecnica individuale.
Per buona parte degli anni '90 la formazione degli allenatori è stata praticamente assente. Nell'ultimo decennio si sono fatti passi in avanti, riorganizzando un settore (quello degli allenatori) che era arrivato quasi all'anarchia. Ora occorre fare l'ultimo passo: mettere gli allenatori in grado di insegnare nel modo migliore.
Per riuscirci la FIHP ha chiamato Gianni Massari che ha messo nero su bianco quello che vuole fare: crescita degli allenatori italiani di hockey e conseguente miglioramento qualitativo degli atleti di club e delle nazionali attraverso il coinvolgimento di docenti qualificati.
Al contrario di quanto avviene oggi, per allenare squadre giovanili occorrerà avere ottenuto il patentino di terzo livello, quello che oggi consente di allenare le squadre di serie A1.
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