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Cosa pensano i consiglieri federali del caso Illuzzi


Scritto da Redazione - Pubblicato il 31/03/2010
Avevamo detto che saremmo tornati sul caso Illuzzi per cercare di fare chiarezza non solo sull'episodio in sè, ma anche sul precedente (a nostro avviso molto preoccupante) che è stato generato dalle decisioni assunte in questi giorni da più soggetti (dall'atleta, dalla sua società, dal settore squadre nazionali, dal Vice Presidente Claudio Bicicchi, dal Giudice Unico).
La risposta all'articolo di hockeypista.it da parte del vicepresidente Claudio Bicicchi (qui l'articolo e qui la risposta) ha chiarito alcuni passaggi dell'intera vicenda, ma ha aperto nuovi fronti su cui abbiamo provato a fare chiarezza chiamando in causa i massimi dirigenti dell'hockey italiano. Abbiamo sentito in proposito quattro consiglieri federali di cui riportiamo più avanti le opinioni in merito.

Due sono le cose che, nella ricostruzione fornita dal Vice Presidente Claudio Bicicchi, non ci convincono.
La prima riguarda il modo in cui la vicenda viene ricostruita e in particolare la scelta del Vice Presidente di interpellare direttamente un organo della Giustizia Sportiva che, per statuto, gode di piena autonomia (cioè non deve rispondere a nessuno, nemmeno al Presidente Federale) e quindi non deve spiegazioni a nessuno circa il proprio operato, se non con le motivazioni delle sentenze che, nel comunicato n. 76 del 24 marzo sono presenti ed esaustive. Questo passaggio potrebbe apparire ai più marginale, ma un Giudice Unico che sa di poter essere chiamato a motivare ulteriormente le proprie sentenze da un consigliere federale, sa anche di non essere in pieno godimento della propria autonomia.
La seconda cosa che ci lascia perplessi, alla luce delle spiegazioni fornite dal Giudice Unico per tramite del Vice Presidente federale, è la teoria che sta alla base della sentenza mite secondo cui l'atleta era all'oscuro dell'esistenza o del contenuto del certificato e per questo non colpevole e non punibile. Tutta la responsabilità è addossata alla società. Ora, è certo che Illuzzi sapeva della convocazione al raduno dell'All Star Game ed è certo che, se è rimasto a casa, qualcuno gli avrà detto che poteva farlo. Dato che la sola giustificazione plausibile è un certificato medico, appare evidente (almeno a chi scrive) che Illuzzi non poteva non sapere.

Ribadiamo la nostra convinzione che questo caso, per come si è sviluppato, abbia dato origine ad un precedente estremamente problematico che richiederà la rapida modifica di alcune norme del regolamento azzurri (e forse anche del regolamento di disciplina). Se non sarà così, a qualunque atleta basterà un certificato medico inviato dalla società per evitare sia la fatica del raduno che la squalifica, in cambio di un modesto sacrificio economico.

Come detto, in proposito abbiamo sentito quattro dei sei consiglieri federali. Abbiamo escluso da questo giro di interviste il Vice Presidente Bicicchi, la cui opinione è nota dall'articolo già pubblicato ieri, e il CT della nazionale Alessandro Cupisti. Alle nostre domande hanno risposto tre dei quattro consiglieri federali. Il consigliere Francesco Rossi (che in consiglio federale si occupa prevalentemnte di rapporti con le altre federazioni) è da poco rientrato dall'estero e non aveva ancora tutte le informazioni necessarie per rispondere.
A tutti i consiglieri federali abbiamo fatto le stesse domande. Di seguito le risposte fornite da ciascun consigliere.
1. Lei è a conoscenza del fatto che un atleta, Domenico Illuzzi, non ha preso parte al raduno della nazionale under 23 presentando un certificato medico risultato inattendibile?
Che opinione ha in proposito?
2. Ritiene corretto che il Settore Squadre Nazionali abbia comunque convocato l'atleta per la coppa Latina, prima di conoscere la sentenza del Giudice Unico?
3. Il Vice Presidente Claudio Bicicchi ha dichiarato di avere interpellato il Giudice Unico per conoscere le motivazioni della sentenza di diffida assunta nei confronti di Illuzzi. Secondo lei la richiesta avanzata dal Vice Presidente al Giudice Unico è oppure non è lesiva dell'autonomia della Giustizia Sportiva sancita dallo statuto FIHP?
4. Stando alle spiegazioni fornite dal Giudice Unico e rese pubbliche dal Vice Presidente, ritiene credibile che l'atleta non fosse a conoscenza di un certificato medico che lo riguardava?

ROBERTO GUERRA
1. Credo che sia giusto prendere provvedimenti nei confronti dell'atleta perchè esiste un Regolamento Azzurri che è noto a tutti e che è obbligatorio rispettare.
2. E' giusto che l'allenatore faccia liberamente le proprie scelte. Non vedo per quale motivo non avrebbe dovuto convocare Illuzzi se lo ritiene all'altezza.
3. Se il vice presidente ha solo chiesto le motivazioni delle sue scelte non credo che abbia violato l'autonomia della giustizia sportiva. Lo ha fatto a sentenza già emessa da parte del Giudice.
4. Non credo che l'alteta non fosse a conoscenza dell'esistenza di quel certificato medico.

DANIELA GALLINA
1. Non conosco la vicenda in tutti i suoi dettagli. Se le cose sono state fatte con furbizia, allora bisogna fare di tutto per far rispettare i regolamenti. L'importante è non avallare un espediente che possa creare un precedente.
2. Credo che la convocazione di Illuzzi non sia giusta.
3. Io come consigliere federale non avrei parlato con il Giudice Unico. Il Vice Presidente si è evidentemente sentito in dovere di spiegare meglio come stavano le cose.
4. Non credo possibile che l'atleta fosse all'oscuro di tutto.

CESARE BAIARDI
1. Penso che Illuzzi avrebbe dovuto essere punito secondo quanto previsto dal Regolamento Azzurri.
2. La convocazione di Illuzzi è legittima proprio perchè arrivata prima della sentenza del giudice unico. Alla luce di quanto accaduto dopo, qualche dubbio se confermarla me lo porrei.
3. Credo che il Vice Presidente abbia voluto tutelarsi dal momento che doveva diramare la convocazione della nazionale, per evitare di convocare un atleta che avrebbe potuto essere squalificato.
4. L'atleta era sicuramente a conoscenza del certificato, anche se la responsabilità maggiore è senza dubbio della società.
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