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Colpo di mano del Cerh: cancellate le nuove coppe


Con una missiva alle Federazioni Nazionali, il presidente del Cerh Carlos Graça ha cancellato la discussione sulla nuova formula delle coppe europee proposta dall'Italia che era all'ordine del giorno dell'assemblea europea del 23 luglio. Champions League e Coppa Cers restano immutate e l'hockey italiano dovrà riscrivere il proprio calendario.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 09/06/2006
Non ci sarà nessuna nuova formula per le coppe europee della prossima stagione. Anzi, per essere più precisi, non ci sarà nemmeno una discussione di merito. Lo ha deciso, con un clamoroso colpo di mano, il presidente del Cerh Carlos Graça, portoghese, che in questi giorni ha comunicato per lettera il nuovo calendario delle competizioni europee, fotocopia di quello della passata stagione.
Le pressioni della Spagna, che nei giorni scorsi era arrivata a minacciare il ritiro delle proprie squadre da Champions League e coppa Cers, hanno fatto centro. La proposta italiana non verrà messa in discussione e ai voti poichè avrebbe trovato d'accordo la maggioranza dei paesi con diritto di voto e sarebbe con ogni probabilità passata. Del resto, si tratta di una formula che riduce i costi e il numero delle trasferte, aumenta il numero delle partite in programma e crea dei veri e propri eventi itineranti grazie alla formula dei concetramenti in sede unica.
Tutto cancellato, o almeno rinviato alla stagione 2007-2008.
E dire che era stato proprio il Cerh, nell'assemblea di Mira dello scorso mese di luglio, a mettere in cantiere una variazione sostanziale alla formula delle coppe. Del resto basta guardare le statistiche per rendersi conto che la formula attuale, eccessivamente onerosa, tiene lontane le squadre delle nazioni hockeysticamente meno forti, trasformando le coppe, fin dai primissimi turni, in un torneo di marca quasi esclusivamente latina.
Una evidenza che agli spagnoli pare non interessare. Le pressioni della Reale Federazione iberica hanno ottenuto il loro obiettivo e pazienza se l'hockey internazionale fa l'ennesima figura da cioccolataio. Dopo averci regalato la Final Four più insensata della storia in cui un terzo delle partite non contava nulla, la Spagna persevera nel suo becero conservatorismo, appoggiata dalla mancanza di coraggio dei dirigenti portoghesi che guidano in modo dilettantesco e approssimativo questo sport.
Inutile dire che l'Italia non ha digerito questa presa di posizione autoritaria e ingiustificata, anche se è lo stesso segretario generale della Lega Hockey Cesare Ariatti ad ammettere che ci sono ben poche possibilità di poter rimediare a questa assurda decisione.
L'hockey italiano sarà così costretto a rivedere in toto l'organizzazione della propria attività interna, deliberata lo scorso 29 aprile proprio in considerazione delle indicazioni venute dall'assemblea del Cerh di Mira. A complicare le cose c'è anche il Mondiale svizzero dei giugno 2007 che costringerà ad anticipare tutti i tempi. La Champions League inizierà il 14 ottobre con l'andata dei preliminari, mentre il 2 dicembre prenderanno il via i due gironi di qualificazione; la Final Four è fissata per il 31 marzo e 1 aprile (probabilmente con la vecchia formula ad eliminazione diretta). La coppa Cers inizierà il 4 novembre per chiudersi con la finale di ritorno il 17 marzo.
Con ben 8 squadre iscritte alle coppe europee (Follonica, Bassano, Prato e Viareggio in Champions; Hockey Novara, Vercelli, Salerno e Valdagno in Cers) l'Italia è il paese che dovrà affrontare i maggiori disagi con una valanga di partite che dovrà essere spostata in turni infrasettimanali con buona pace dei dirigenti (che vedranno salire i costi), di tecnici e atleti (che vedranno sconvolti i piani di allenamento) e dei tifosi (i cui portafogli saranno messi a dura prova).
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