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Chiesto il rinvio a giudizio per Sabatino Aracu


Scritto da Redazione - Pubblicato il 19/02/2010
Le indagini sulla sanitopoli abruzzese sono ad un punto di svolta. Il pool della Procura della Repubblica di Pescara, composto dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e i sostituti Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio riguardante "Sanitopoli", l'inchiesta sulle presunte tangenti nel mondo della sanita' abruzzese che il 14 luglio del 2008 porto' all'arresto, tra gli altri, dell'ex governatore Ottaviano Del Turco e di alcuni assessori regionali.

Tra i 34 nomi per i quali si richiede il rinvio a giudizio c'è anche quello del Presidente della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio Sabatino Aracu, coinvolto nell'inchiesta nella sua veste di deputato del Pdl e all'epoca dei fatti coordinatore del partito di Berlusconi in Abruzzo.

Per l’accusa, dietro il sipario di due giunte regionali guidate dal centrodestra prima, dal centrosinistra poi, avrebbero agito due associazioni per delinquere che dal 2003 al 2008 si sarebbero spartite potere e mazzette in nome di interessi privati: politici, imprenditori, dirigenti pubblici avrebbero tirato le fila di un sistema di truffe, concussioni e corruttele che avrebbe svuotato le casse pubbliche in cambio di tangenti.

Associazione per delinquere, corruzione, concussione tentata e consumata, falso, truffa, abuso, riciclaggio di denaro sono le accuse rivolte agli indagati dopo le indagini degli investigatori della guardia di finanza.
In particolare Sabatino Aracu è accusato dal rass della sanità privata Vincenzo Angelini di avere intascato diverse tangenti e avere preteso una maxi tangente da 2 milioni di euro (mai pagata dall'imprenditore). Tra i principali accusatori di Aracu c'è l'ex moglie Maria Maurizio.

Se il presidente del tribunale Giuseppe Antonio Cassano e l’ufficio del gup riusciranno a garantire una corsia preferenziale, il procuratore capo Nicola Trifuoggi e i suoi sostituti puntano ad arrivare alla data dell’udienza preliminare già entro la prossima settimana, per poi presentarsi in aula al massimo entro tre mesi, prima dell’estate. Da quel momento, una udienza al giorno per evitare che il processo che chiama alla sbarra una intera classe politica e i rappresentanti di due giunte regionali sia rallentato dai ritmi di una giustizia ingolfata.

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