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Buona parte degli arbitri con le richieste dell'Emilia


Scritto da Redazione - Pubblicato il 21/06/2010
Crescono i consensi attorno al documento delle società dell'Emilia Romagna che, esattamente un mese fa, ha dato il la ad un dibattito che sta coinvolgendo l'intero mondo dell'hockey su pista sul futuro della disciplina.
Dopo i club della Lombardia, sono ora i direttori di gara a prendere posizione attraverso una lettera (che riportiamo integralmente in fondo a questo articolo) sottoscritta da buona parte del corpo arbitrale italiano. Sono più di 60 i fischietti che hanno apposto la propria firma al documento: la totalità dei direttori di gara del Veneto e del Piemonte, la maggioranza di quelli di Emilia e Puglia, alcuni tra i più importanti arbitri toscani.
La lettera dei direttori di gara si sofferma in particolar modo sulla difficile situazione del settore arbitrale chiedendo una migliore formazione, la separazione di arbitri e giudici all'interno del CTA, la riattivazione delle sezioni arbitrali sul territorio, l'autonomia e il rispetto delle regole per garantire l'autorevolezza degli arbitri.
Il documento, infine, conferma la fiducia al designatore Tonali e chiede il ritiro del documento con cui i consiglieri federali, lo scorso 5 gennaio, accesero i riflettori in modo anomalo sui problemi dell'hockey italiano.

Riportiamo per intero il testo della lettera firmata dagli arbitri.
Abbiamo letto con interesse la lettera aperta che le società di hockey su pista dell’Emilia Romagna hanno consegnato al Presidente della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio Sabatino Aracu e non ci stupisce che il primo punto dolente citato da quel documento sia proprio la situazione degli arbitri e del CTA.
Prendiamo atto con piacere di non essere indicati, una volta tanto, come la causa dei problemi del nostro sport, ma di essere considerati vittime di un sistema che non ha funzionato e non sta funzionando a dovere.
In merito alle osservazioni citate nel documento delle società emiliane manifestiamo il nostro sostanziale accordo con alcuni punti che, in quanto direttori di gara, ci riguardano da vicino.
1. Federazione e CTA sono state estremamente carenti nel predisporre un piano di formazione a favore degli arbitri, esponendo la categoria a ingenerose critiche in una stagione particolarmente difficile. Occorre recuperare rapidamente questo handicap con un piano a breve/medio termine che metta i nostri arbitri in condizione di affrontare i prossimi impegni nazionali (campionati 2010/11) e internazionali (europei senior, U20, U17).
2. Riteniamo non più rinviabile una profonda ristrutturazione del CTA che risponda rapidamente e meglio alle esigenze di uno sport di squadra come l’hockey. E’ inevitabile andare verso una separazione del CTA arbitri dal CTA giudici.
3. Occorre garantire momenti di confronto continuo tra arbitri della stessa zona ed è per questo indispensabile riattivare le sezioni territoriali e favorire lo scambio di esperienze tra direttori di gara esperti e nuove reclute, così da far crescere il livello medio della classe arbitrale.
4. Chiediamo rispetto e autonomia, sempre e comunque, per la classe arbitrale e respingiamo tutti i tentativi di influenzare in modo anomalo e non corretto le scelte del CTA.
5. Chiediamo il pieno rispetto delle regole e, in particolare, del regolamento del CTA. I colleghi che hanno sbagliato siano individuati e puniti secondo quanto previsto dalle norme, sollevando così la maggioranza dei direttori di gara dalle ombre e dai sospetti che da mesi colpiscono ingiustamente l’intera categoria arbitrale.
6. Ribadiamo la piena fiducia e stima nella figura del designatore di serie A1 Fiorenzo Tonali al quale riconosciamo competenza e rettitudine nell’incarico fin qui svolto.
7. Infine, chiediamo al Consiglio Federale di ritirare e porre nel nulla il documento approvato a Bologna il 5 gennaio scorso che ha costituito un durissimo colpo per la credibilità di questa Federazione e, in particolare, per la classe arbitrale.


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