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Breganze si tiene la Coppa Italia femminile


Dopo la facile vittoria in semifinale contro l'Agrate, le rossonere hanno sorpreso in finale imponendosi nettamente di fronte alle più esperte giocatrici del Molfetta. Elena Toffanin è stata la miglior marcatrice, Viki Caretta ha vinto il premi di migliore atleta del torneo.

Scritto da Fausto Pozzan - Pubblicato il 02/03/2017 - 14:52 - Ultima modifica 05/03/2017 - 21:27

Le ragazze del Breganze alzano la Coppa Italia a Follonica.

Foto Marzia Cattini

A mente fredda e passata, anche se non ancora del tutto, l’emozione per la vittoria di Follonica, è tempo di analisi per chi segue le ragazze dell’Hockey Breganze, anche se il campionato è ormai alle porte.
Legittima è la soddisfazione per questa affermazione, come evidenzia a ragione Maddalena Castello, responsabile del settore femminile per la Federazione e primo sostegno, organizzativo e non solo, di questa bellissima squadra: “Sono molto soddisfatta di questa Coppa Italia perchè ci dimostra quale strada dobbiamo percorrere per incrementare il movimento femminile. Dobbiamo investire sulle giovani e dare loro fiducia perché così si raggiungono risultati con maggior soddisfazione. Quest’anno abbiamo deciso di fare così, vista l'assenza di 3 giocatrici importanti, come Ghirardello, Tamiozzo e Galeassi. E allora aver vinto contro una squadra di atlete esperte e abituate alle manifestazioni internazionali, ha un peso ancora più importante”.
La responsabile del settore femminile federale (e segretaria del Breganze) attribuisce poi il giusto valore all’opera di un campione come Juan Oviedo che sta già dimostrando quanto sia bravo anche come tecnico: “Un merito particolare va a Juan Oviedo che ha dimostrato, e ancora una volta confermato, una capacità particolare nel lavorare con le ragazze, anche le più giovani, motivandole, entusiasmandole, e nel contempo pretendendo impegno e dedizione. Ed è stato particolarmente bravo a dare loro fiducia, facendole giocare tutte”.
Già, Juan Oviedo. C’è tanto di lui in questa squadra. Innanzitutto la passione per questo sport che ha trasmesso alle ragazze. E la cultura del lavoro che, come dice lui: “paga sempre”. Ma Juan, uno dei portieri più bravi di sempre, tuttora protagonista in serie A1, non sale in cattedra. Preferisce lasciare la ribalta alle ragazze che ha allenato e sottolinearne meriti, impegno e voglia di sacrificarsi: “Di questa esperienza ci sono state tante cose positive. Ho ritrovato uno spirito di squadra e questa era la cosa più importante, insieme alla disponibilità, all’impegno e al sacrificio che queste ragazze hanno dimostrato, non tanto durante i giorni della Coppa Italia, ma soprattutto quando hanno saputo conciliare gli impegni con la scuola, la famiglia, le amicizie e i club dove giocano (con i maschi) venendo quasi tutte le domeniche in palazzetto ad allenarsi dallo scorso autunno ad oggi. E nell’ultimo periodo anche durante la settimana, alla sera. Va dato un grande merito a loro per questo e sono convinto che quello che abbiamo fatto è solo l’inizio perché queste ragazze hanno tanto da dare”.
Venendo ad un esame della manifestazione appena disputata, Oviedo valuta così la finale col Molfetta: “Siamo stati bravi a soffrire tutti insieme durante il primo tempo per ottenere un risultato positivo e questa, secondo me, è stata la chiave della partita”.
Per quanto riguarda il futuro questi sono gli intendimenti e gli obiettivi del tecnico del Breganze femminile: “Sono molto motivato a proseguire il lavoro iniziato. Vogliamo riuscire a formare un gruppo di 10 atlete sempre più competitive che giochino nello stesso club e che possano raggiungere livelli di rendimento sempre più elevato”.
A sentire, e soprattutto a vedere giocare una come Viki Caretta, punto di forza della squadra femminile e non solo, visto che assieme ad Alice Sartori è titolare anche nelle formazioni maschili giovanili, con cui hanno vinto già qualche titolo, si direbbe che le speranze di Juan Oviedo sono più che ragionevoli. Viki oltretutto è una che sa convivere anche con le difficoltà e nessuno, vedendola giocare così bene (tanto che è stata premiata come la miglior atleta di queste finali) si sarebbe immaginato che il portiere rossonero ha disputato la manifestazione di Follonica in non perfette condizioni fisiche. Queste, a proposito, le sue dichiarazioni: “Circa una settimana e mezza prima delle finali ho avuto una leggera distorsione al ginocchio sinistro che mi aveva preoccupato, avevo dolore e mi sono allenata poco, ma anche grazie al valido aiuto del nostro osteopata Davide Battaglin sono riuscita ad affrontare la situazione. Volevo giocare bene queste finali anche perché con le ragazze ci alleniamo, ore e ore, soprattutto la domenica, oltre ad allenarmi con i ragazzi. Ma soprattutto volevo che le cose andassero bene perché siamo un gruppo unito, giovane e vogliamo ottenere sempre il massimo aiutandoci tra di noi”.
Per quanto riguarda le partite ecco le sue impressioni: “Per questa Coppa Italia, a differenza dell'anno scorso, non eravamo le favorite. Però il duro lavoro e la passione, ma soprattutto l'essere squadra, ci hanno portato a vincere. Io fin da subito ero fiduciosa perché alla fine non siamo da meno rispetto alle altre. Penso che questa vittoria sia stata meritata. All'inizio della partita contro il Molfetta abbiamo sofferto, però siamo riuscite ad andare in vantaggio, il secondo tempo è stato più equilibrato nei primi minuti, ma poi con i due gol di Elena Toffanin abbiamo preso molta fiducia, fino ad arrivare al 5 a 0, subendo i due gol un po’ per piccole distrazioni e anche un po’ per stanchezza. Sono felicissima di questa vittoria perché nessuno pensava ce l'avremmo fatta e perché siamo state molto brave soprattutto in fase difensiva. Ho vinto il premio del miglior giocatore del torneo, ma non dimentichiamo che nella nostra squadra c'è anche il capocannoniere Elena Toffanin”.
È generosa, Viki, tanto da dividere le sue soddisfazioni con chi l’ha aiutata ad arrivare sin qui: “Ringrazio Maddalena, Juan, Ago (il dirigente Fabio Agostini), i miei genitori, la società per avermi dato questa opportunità fantastica, poi ringrazio le mie compagne perché mi sono divertita un sacco e perché mi danno aiutato molto nei momenti di difficoltà. Ora non ci fermeremo, ma ci alleneremo ancora di più per fare bene anche il campionato femminile”.
La chiusura è per il capitano, Elena Toffanin, che col Breganze di Coppe Italia ne ha vinte tre, oltre a cinque scudetti, ma dimostra con i fatti (e con le parole) che giocare a hockey e vincere sono per lei emozioni impagabili: “Sono molto felice, ho ancora i brividi, è stata una partita di finale molto dura, la tensione c'era, ed abbiamo commesso molti errori. Ma abbiamo lottato, senza mai mollare, giocando unite e aiutandoci tutte. Siamo state una squadra. Il lavoro paga (come dice il suo allenatore). Ora dobbiamo continuare cosi, tutti assieme con i piedi per terra e tanta umiltà”.
Insomma l’Hockey Breganze femminile è un gruppo unito di persone che lavorano bene insieme e che vogliono vincere ancora. Appuntamento allora con le partite di campionato che inizia il prossimo 5 marzo e terminerà in giugno.

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Parole chiave: Hockey Femminile, Coppa Italia,
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