Non è stato certo un gran regalo di compleanno quello che la nazionale under 23 ha fatto a Massimo Mariotti (il CT azzurro ha compiuto 48 anni proprio il giorno di Pasqua). La netta sconfitta contro la Francia dà alla Coppa Latina di Vilanova i contorni di una vera e propria disfatta e fa scattare di nuovo il campanello d'allarme per il nostro hockey.
Tre partite, tre sconfitte. E prestazioni calanti non solo nella seconda parte di ogni partita (con i secondi tempi costantemente regalati agli avversari), ma anche nel complesso della manifestazione. Bene con il Portogallo, male con la Spagna, malissimo con la Francia.
Le attenuanti non mancano. L'Italia era la squadra più giovane del torneo e quella con meno esperienza in manifestazioni importanti a livello internazionale. Gli azzurri si sono allenati meno rispetto a spagnoli e portoghesi (e forse anche rispetto ai francesi) e, in più, questo gruppo è stato messo insieme per la prima volta proprio per questa esperienza.
Il motivo di fondo per cui l'Italia ha fallito a Vilanova è però un altro, sempre quello: abbiamo accumulato decenni di ritardo nella cura dell'hockey giovanile e serviranno anni (per non dire decenni) per recuperare. A patto di ammettere che abbiamo molto da imparare da spagnoli e portoghesi e di non nascondersi in un'autarchia tecnica che i fatti smentiscono ad ogni occasione.
La Spagna, che ha vinto il torneo battendo il Portogallo per 7-5 nella partita decisiva, è l'esempio da studiare e da seguire. Domina da 10 anni in modo praticamente incontrastato e questo significa che ha trovato la formula giusta per insegnare l'hockey ai ragazzi di oggi (che hanno caratteristiche molto diverse dai ragazzi di ieri che ci hanno fatto vincere tutto). Stupisce che ancora nessuno abbia avuto la lungimiranza (e forse l'umiltà) di verificare quale complesso di scelte ha permesso alla Spagna di arrivare sul tetto del mondo e restarci in modo incontrastato.
Risultati e classifica della Coppa Latina.