Rientrata in extremis all'inizio della passata stagione, la "bomba" di un possibile sciopero degli arbitri italiani è deflagrata la settimana scorsa durante il raduno dei direttori di gara svoltosi a Roana. All'ordine del giorno c'erano le novità regolamentari introdotte nel corso dell'estate, ma di fatto si è parlato più dei problemi della categoria che di regolamenti.
E i problemi degli arbitri italiani sono sostanzialmente due: chiedono più soldi e più rispetto.
Le rivendicazioni economiche sono basate sul fatto che i rimborsi sono fermi da molti anni e che, con l'aumento dei costi, non garantiscono più la copertura delle spese di trasferimento. Ora gli arbitri vogliono un adeguamento, altrimenti, a quanto pare, sono pronti a fermarsi già a partire dal prossimo 27 ottobre, in coincidenza con l'inizio del campionato di hockey inline e delle semifinali di Coppa Italia di hockey pista.
Gli arbitri, però ce l'hanno anche con la Fihp, che non li tutelerebbe a sufficienza di fronte agli eccessi verbali di alcuni tesserati, e con il Giudice Unico, reo di avere archiviato i procedimenti che vedevano gli arbitri oggetto di critiche ritenute offensive. Nel mirino dei direttori di gara ci sarebbero il CT azzurro Massimo Mariotti e i presidenti di CGC Viareggio, Valdagno e Forte dei Marmi.
Ce n'è anche per la stampa: gli arbitri vorrebbero che Fihp intervenisse in loro difesa nei confronti "della stampa e dei siti in cui si offendono gli arbitri"; qualcuno si spinge più in là fino a evocare il "controllo della stampa" (sic!).
La Lega Hockey ha risposto per le rime agli arbitri. Il presidente Leo Siegel ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al presidente Fihp Sabatino Aracu ricrodando come i club di serie A pagano di tasca propria più del 50% dei costi arbitrali del massimo campionato (il 100% del gettone di presenza, il 30% del rimborso kilometrico e anticipano in contanti il restante 70% che Fihp rifonde in 60/90 giorni); senza contare che grava sui club il 100% dei costi arbitrali dell'attività giovanile. Di qui la posizione netta della Lega: se Fihp vuole accettare le richieste degli arbitri lo faccia con il suo bilancio e, se lo farà, i club non anticiperanno le spese, lasciando interamente a Fihp la regolazione del rapporto economico con i direttori di gara.
Siegel, però, va oltre e ricorda quelle che sono le critiche delle società nei confronti degli arbitri: scarsa preparazione, nessun test sulla conoscenza del regolamento, nessun vero test atletico. Scrive la Lega Hockey: "Nell’unica occasione in cui potevano certificare l’uniformità delle decisioni arbitrali, impartire le direttive stagionali, verificare la conoscenza del regolamento, testare la forma fisica di alcuni arbitri che esibiscono alle telecamere della Rai profili fantozziani, hanno invece discusso di soldi".
In questo clima tenta di fare da pacere il segretario generale della Fihp Angelo Iezzi, in attesa che il presidente federale Sabatino Aracu rientri dalla Nuova Zelanda dove sono in corso i mondiali di pattinaggio artistico. Iezzi smentisce le ricostruzioni sulla riunione degli arbitri, pur ammettendo che i problemi sono proprio quelli di cui abbiamo trattato sopra. E propone un tavolo a tre Fihp-Lega-Arbitri per ricomporre la situazione, anche compatibilmente agli impegni improrogabili di Fihp che andrà alle elezioni il prossimo 25 novembre.
Vedremo come procederà questa vicenda: intanto il 27 ottobre si avvicina.