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Alla scoperta di Namibe dove l'Italia cerca il pass per la seconda fase


Gli azzurri raggiungeranno Namibe nella giornata di sabato. Ad attenderli ci sono gli operatori di una ONG italiana, il COSPE, che opera in favore delle comunità locali e per la tutela dell'ambiente.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 19/09/2013 - 17:39 - Ultima modifica 24/09/2013 - 09:03



Il primo mondiale africano di hockey su pista  è alle porte. Mancano poche ore alla partita inaugurale fra Angola e Sud Africa. L’Angola ha investito circa 300 milioni di euro in questo evento e non ha perso occasione per pubblicizzarlo. L’aspettativa è altissima e l’occasione è ottima per rilanciare l’immagine del paese.

Namibe è la città che ospiterà l’Italia, e tutte le partite del gruppo D di cui la nostra nazionale fa parte.  E’ situata nel profondo sud del paese, al centro di una regione desertica e in buona parte selvaggia,  ricca di bellezze naturali e  ancora abitata da popoli semi-nomadi, testimonianza di un’Africa sempre più difficile da incontrare. E’ stata per secoli, Namibe, il terzo porto dell’Angola, durante  il periodo del commercio degli schiavi e  della colonia, di cui ancora conserva traccia nella sua struttura urbana, nelle sue vecchie case e nella fortificazione che domina la baia. Il mondiale di hockey  è stato per Namibe l’occasione per un grande restyling:  è stato costruito il Pavilhao Arena Weliwítschia Mirabilis (3.000 posti a sedere), è stato ampliato l’ aeroporto Yuri Gagarin,  costruiti ristrutturati il nuovo hotel Infortur (che ospiterà le squadre e gl’arbitri del torneo) e la nuova sede del Governo Provinciale.

COSPE, ONG italiana attiva da 30 anni nella cooperazione internazionale e promozione di uguali diritti ed opportunità nel mondo (www.cospe.org), ha una lunga storia  in Angola, dove è presente dal 1992 al fianco delle popolazioni colpite dal conflitto, terminato nel 2002. La sua sede oggi è proprio a Namibe, ed in questa ed in altre regioni del paese è oggi  impegnato con progetti di  salvaguardia delle foreste costiere angolane per garantire diritti e opportunità alle comunità locali che della foresta vivono, e che oggi vedono minacciata la loro fonte di vita da uno sviluppo ancora poco rispettoso degli equilibri ambientali e poco attento ai bisogni dei più poveri.

L’Angola, che è considerato la prima  delle cosiddette “tigri africane” per i ritmi altissimi di crescita del suo Prodotto Interno Lordo,  ha infatti  investito molto  di quanto ricava da petrolio e diamanti in infrastrutture, ma ancora troppo poco nel miglioramento delle condizioni di vita delle comunità e nella tutela del suo territorio. Il mondiale di hokey su pista offre al paese l’occasione di mostrare le proprie capacità organizzative,  ma anche  un patrimonio naturale e culturale unico, da preservare e valorizzare come base per uno sviluppo più equo e sostenibile. E’ anche occasione per aprirsi al turismo, oggi limitato per gli adempimenti burocratici necessari per ottenere il visto d’entrata, e per la limitazione delle  infrastrutture e dei servizi.

A Namibe come a Luanda si sta dando prova di ottime capacità organizzative e di restyling, per un mondiale che rappresenta per il paese una  importante finestra sul mondo. L’occasione è importante, e noi tutti ci auguriamo che venga colta fino in fondo, non solo come operazione di immagine, ma come stimolo a ripensare  il proprio futuro di grande paese africano.
Ci auguriamo, insieme, un grande campionato per la nostra nazionale, di cui saremo i primi supporter in Angola. Vamosssss ITALIA !!!

Alberto Maria Rigon (responsabile COSPE in Angola)
Silvano Motto (consigliere COSPE e ‘malato’ viscerale di hockey)

Parole chiave: Nazionale, Nazionale Senior, Mondiale Senior,
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