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Ale Bertolucci: 'Una volta ero bravo a giocare ad hockey!'


La gente in pista, le lacrime agli occhi, la storia dell’hockey europeo riscritta in due ore di spettacolo allo stato puro. Totale: Etruria Follonica in Champions League, Barcellona a casa, anzi in Cers.

Scritto da Michele Nannini - Pubblicato il 18/12/2005
La gente in pista, le lacrime agli occhi, la storia dell’hockey europeo riscritta in due ore di spettacolo allo stato puro. Totale: Etruria Follonica in Champions League, Barcellona a casa. O meglio in Cers, ma per una corazzata come quella blaugrana è una soddisfazione da poco. E per i protagonisti in maglia azzurra quella di sabato è stata una serata indimenticabile. Forse ancora di più di quelle dello scorso anno o di quelle vissute da ogni singolo protagonista nella propria decennale carriera. Perché eliminare il Barcellona prima dei gironi finali è un’impresa che comunque vada rimarrà nella leggenda. Come i dodici gol infilati in quattro partite nella porta spagnola.
“Hombre del partido”, come dicono al di là dei Pirenei, può essere solo uno: Ale Bertolucci, che per una volta ha vestito i panni del fratello Mirko diventando la nemesi del Barcellona, che ha costruito una vera e propria gabbia per il bomber viareggino lasciando inevitabilmente più libertà proprio ad Alessandro. Che stavolta ha ringraziato e sfruttato i gentili omaggi. “Ma hai visto che cosa ho combinato stasera – dice ridendo dopo la partita – una volta numeri del genere mi riuscivano un po’ più spesso, ora mi devo accontentare di qualche volta in una stagione. Perché una volta ero bravo a giocare ad hockey…” e continua a ridere festeggiando senza una stilla di sudore addosso assieme ai 2000 della pista Armeni.
“Un pubblico così fa venire i brividi – conferma anche Sergio Silva – non ho mai giocato in un ambiente simile. La partita è andata come doveva andare, avevamo già vinto contro di loro in Supercoppa e stasera abbiamo nuovamente dimostrato di avere una squadra forte e che è senza dubbio sul livello del Barcellona” conferma il giocatore portoghese mentre il pubblico continua a urlare la sua gioia per lui e per i suoi compagni. A cominciare dai gemelli Michielon, che in una serata hanno spazzato via polemiche e mugugni emersi negli ultimi giorni. Il pubblico lo ha confermato se mai ce ne fosse bisogno, come diceva anche uno striscione in tribuna: giù le mani dai Gemelloni. “Abbiamo dimostrato di avere carattere – conferma Alberto – ma d’altra parte questo è il nostro lavoro. Stasera abbiamo sfruttato ogni goccia di sangue e di sudore per noi e per la squadra. L’importante poi è fare gol, rigori compresi, quando serve e stasera mi sembra che ci siamo riusciti alla perfezione. E mi fa piacere che la gente abbia dimostrato di volerci bene”. Per Alessandro, dopo la partita di sabato, il Follonica è entrato una volta di più nella storia. “Dopo anni di supremazia li abbiamo eliminati dalla Champions League, abbiamo dimostrato di essere forti come loro se non di più. Adesso ci siamo noi in lotta per il resto della stagione e mi sembra che non ci siano dubbi su chi abbia meritato, 4 gol e a casa”.
Massimo Mariotti non ha più voce, ma la forza di commentare la vittoria non manca. “Prima o poi tutti devono perdere, stasera è toccato a loro ma perché siamo stati bravi noi. Siamo cresciuti, abbiamo compiuto un’impresa storica, non so quanti secoli erano che il Barcellona non arrivava alla fase finale della Champions. Stasera abbiamo dimostrato di essere, ancora una volta, una grande squadra, con testa, cuore e carattere”.
Poi c’è spazio solo per la festa di una città intera, sindaco Claudio Saragosa compreso. Ma occhio perché domani è di nuovo campionato, a Reggio Emilia. E visto lo scherzetto compiuto dal Viareggio una decina di giorni fa è meglio non festeggiare poi più di tanto. Anche perché, alla fine, gli azzurri hanno solo passato gli ottavi di finale.

Michele Nannini
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